Dal 5 all'11 di questo mese di maggio sono stato in Canada a Toronto su invito del sindacato canadese Unifor, sindacato dell'industria, delle telecomunicazioni e servizi con il quale, da tempo, intratteniamo positive relazioni.
Occasione del viaggio è stata la Conferenza nazionale su salute e sicurezza tenuta da Unifor dal 6 all'8 nelle strutture del villaggio di vacanze, dello stesso sindacato a Port Elgin sul lago Eire. I giorni restanti sono stato impegnato nella visita degli stabilimenti automobilistici della Chrysler di Brapton e Windsor e nella stessa località dello stabilimento di componentistica auto della Magna.
La conferenza è stata di grande interesse, in quanto ha affrontato in apposite sessioni di lavoro questioni che sono rilevanti anche per noi.
Dopo l'apertura della sessione plenaria, con una breve introduzione della responsabile di salute e sicurezza, Sari Sarainen, e nella quale è stato letto anche il messaggio e il contributo alla discussione della Fiom, applauditissimo, si è proseguito con l'attività in sessioni tematiche.
Si è discusso su come avanzare nella campagna che Unifor ha da tempo lanciato, che richiede la totale messa al bando dell'amianto, in quanto il Canada, essendo produttore, ritarda a fare la scelta in tal senso, mettendo pericolosamente a rischio la vita di tanti lavoratori e cittadini.
Si è affrontato anche il tema dello stress correlato al lavoro, in quanto, questa patologia, sta interessando un numero sempre più alto di lavoratori canadesi anche per l'accentuarsi dei processi di automazione nei luoghi di lavoro sia nell'industria che nei servizi, con l'estraneazione dei lavoratori e l'alienazione conseguente,e per l'aumento dei carichi e dei ritmi di lavoro. Il tema è stato affrontato individuando le azioni necessarie per eliminare questo rischio, anche decidendo di rivendicare con determinazione una diversa organizzazione del lavoro e contrastando efficacemente l'aumento dei ritmi del lavoro, che le imprese stanno portando pericolosamente all'obiettivo di 60 secondi di lavoro nel minuto. Si è discusso anche dei “comportamenti” che le rappresentanze sindacali devono realizzare per “sostenere” i lavoratori che, eventualmente, cadono nel disagio psichico. Le pratiche che Unifor realizza su questa questione, sostenute anche da una utile legislazione sono di grande rilevanza ed efficacia.
La conferenza ha lanciato anche un'estesa campagna contro la diffusione nelle aziende di programmi per la sicurezza sul lavoro fondata sull'ideologia Behavoriana, portata avanti dalla società di consulenza DuPont. Questi programmi e questa ideologia tendono a scaricare la responsabilità degli infortuni sui lavoratori, mettendo l'accenno sui comportamenti sbagliati del singolo piuttosto che sulle deficienze dei sistemi di prevenzione. Questi programmi identificano l'infortunio come causato da errori umani e di conseguenza determinano sempre provvedimenti disciplinari contro il lavoratore. Il tentativo delle aziende è di interpretare la non sicurezza nel lavoro solo come espressione dei cattivi comportamenti del singolo lavoratore che non rispetta le procedure e non come comportamenti errati, che arrivano anche al dolo da parte delle stesse imprese. Anche da noi questa pratica si sta diffondendo e si registrano sempre più provvedimenti disciplinari nei confronti di lavoratori che si infortunano, addossando la responsabilità dell'infortunio ai comportamenti del singolo e non come invece è in realtà a causa delle procedure di prevenzione inesistenti.
A tale proposito la conferenza ha presentato un manuale per la gestione degli infortuni che in tempi brevi spero di far tradurre e di inviare a tutti gli Rls.
La discussione è proseguita nella sessione plenaria, con l'intervento del presidente nazionale di Unifor, Jerry Dias. ed è terminata con le conclusioni di Sari Sairanen che noi conosciamo in quanto ha partecipato alla nostra assemblea nazionale salute e sicurezza di Firenze dell'aprile 2015.
Anche con questa conferenza, mi pare che si possa dire che si è riconfermata la vitalità di questa organizzazione sindacale che con i suoi più di 300.000 iscritti è la realtà sindacale più estesa del Canada e estremamente rappresentativa soprattutto nel lavoro industriale come ho potuto verificare con le visite negli stabilimenti della Chrysler e della Magna.
Negli anni passati con la costituzione di FCA era stata forte la preoccupazione di Unifor di una possibile dismissione degli stabilimenti canadesi della Chrysler a vantaggio di quelli degli Stati Uniti tenendo conto che Detroit è al di la di un fiume che separa dal Canada. Oggi queste preoccupazioni non solo sono venute meno ma, addirittura, per alcuni stabilimenti si è in presenza di un aumento dell'occupazione a fronte dei massicci investimenti realizzati in quanto il mercato dell'auto americano necessita che tutti gli stabilimenti facciano la produzione.
È lo stabilimento di Windsor dove FCA ha deciso di investire di più, sia nel progettare il nuovo van “Chrysler Pacifica” che sostituisce tutti vecchi modelli, compreso il “Voyager”, venduto in Europa, sia nel processo produttivo con l'introduzione del WCM, con tutte le conseguenze che ben conosciamo ma con una differenza da quello che avviene negli stabilimenti italiani di Fca e cioè una forte attenzione alla qualità, e alla partecipazione dei lavoratori che da noi invece è totalmente escluso. Fca ha realizzato anche nello stabilimento un livello di automazione che non ha eguali in altri stabilimenti aumentando gli occupati, di oltre 1.700 nuovi lavoratori a tempo indeterminato che si aggiungono ai 3.500 già in forza.
Nella visita che ho fatto, in piena libertà, senza presenza di dirigenti o di vigilanza ma solo accompagnato dai rappresentanti sindacali ho pensato che, tale livello di automazione del processo produttivo non renda molto lontana e solo futuribile l'idea della fabbrica 4.0 e ho potuto constatare che le linee di produzione sono state progettate secondo anche le indicazioni ergonomiche dei rappresentanti sindacali presenti in azienda con il risultato che sicuramente è stata ridotta la fatica fisica e l'incidenza delle patologie muscolo-scheletriche, anche se è in aumento il disagio psichico tra i lavoratori. Secondo i rappresentanti sindacali su 5.200 addetti solo 350 sono inidonei, un dato estremamente basso se pensiamo al numero di inidonei degli stabilimenti italiani.
Anche se la capacità di rappresentanza e di intervento da parte dei rappresentanti sindacali è notevole, anche tenendo conto del numero elevato di rappresentanti che sono nello stabilimento ma non sono in produzione molti problemi rimangono ancora insoluti, quale per esempio la cadenza elevata: circa 44 secondi nel minuto, il ridotto numero di pause: due di 10 minuti ciascuno, più la pausa mensa di 30 minuti, con turni di 8 ore al giorno, con 18 turni, lavorando dal lunedì al sabato compresi e con una produzione che si attesta sulle 1.200 auto al giorno, lavorando su 3 turni.
Le stesse questioni sono state rilevate nella visita allo stabilimento di componentistica Magna, che è in pieno sviluppo e dove i rappresentanti sindacali mi hanno dichiarato che è volontà del gruppo di espandersi anche in Italia.
Unifor è un'organizzazione sindacale molto permeata dal modello americano ma con aspetti che la differenziano molto quale la intransigenza nel difendere l'autonomia e indipendenza del sindacato e non volersi rinchiudere nel recinto solo aziendalistico.
In conclusione è stato un viaggio estremamente interessante, sia per consolidare i rapporti con un sindacato molto vicino a noi, sia per permettere a un rappresentante della Fiom visite a stabilimenti Chrysler (FCA) che da noi non sono permesse.
Roma, 25 maggio 2016