Il 20 febbraio scorso è stato il giorno in cui è stata avviata la procedura di Amministrazione Straordinaria di Acciaierie d’Italia da parte d’Invitalia ovvero da parte del Governo, e successivamente è stata approvata, dal Tribunale di Milano, dichiarando ufficialmente lo stato d’insolvenza della società. A seguire in tal senso anche tutte le altre società collegate.
Come Fiom, insieme alle altre organizzazioni sindacali, in questi mesi di confronto col Governo avevamo chiesto di intervenire attraverso la salita pubblica nella società, per garantire la continuità aziendale e produttiva, senza contraccolpi per lavoratori e indotto. Dopo settimane di contenzioso tra i soci pubblico minoranza e privato maggioranza, ora con la nomina dei commissari, siamo di fronte ad una percorso diverso, dalla gestione di Arcelor Mittal.
La Fiom si batterà, unitariamente con le altre organizzazioni, affinché l’Amministrazione Straordinaria non dovrà essere a discapito dei lavoratori, tenendo in considerazione solo interessi economici o commerciali e chiederà di farlo tutti assieme, lavoratori diretti, di ILVA in AS e dell’indotto.
In questi giorni sarà necessario lavorare a un accordo di ripartenza a partire dai singoli stabilimenti che riconosca ai lavoratori di aver salvato l’azienda e la produzione e ad intraprendere azioni concrete sugli impianti al fine di permettere il rilancio produttivo e la salvaguardia ambientale attraverso le manutenzioni e l’acquisto dei ricambi necessari.
Di tutto questo fa parte anche la conquista ottenuta, della garanzia di continuità retributiva dei lavoratori, e la garanzia del godimento di tutti gli istituti maturati come le ferie e i permessi arretrati, la tredicesima, il Tfr e di tutti gli altri istituti previsti dal CCNL.
La gestione unilaterale di Arcelor Mittal e l’uso improprio da parte di questa, della cassa integrazione, come dimostrato dalle azioni messe in campo a livello territoriale dalle nostre strutture sindacali, ha nei fatti impedito lo smaltimento delle ferie da parte dei lavoratori, accumulandone in quantità eccessiva.
Pertanto, è necessario trovare soluzioni che possano garantire la fruizioni delle ferie e dei ratei spettanti.
Al contempo sarà necessario confrontarsi finalmente sulla cassa integrazione sia per i diretti che per gli appalti avendo l’obiettivo della sua riduzione e della tutela del salario. Tra l’altro in alcuni stabilimenti è in scadenza proprio in questo mese. A tal proposito abbiamo ottenuto per legge che per permettere gli interventi necessari alla ripartenza c’è la necessità che i manutentori lavorino.
Sarà necessario confrontarsi con commissari e governo, da subito, per condividere e stabilire le condizioni del bando di gara internazionale che verrà aperto per la vendita dell’azienda, una volta risanata, a partire dalla garanzia del mantenimento occupazionale per tutti i siti ed evitare soprattutto gli errori del passato come assegnare in via esclusiva ad un privato, una multinazionale, un azienda d’interesse strategico per il nostro Paese.
Per tali ragioni crediamo sia indispensabile un ruolo del pubblico per avviare una giusta transizione ecologica e sociale.
In questi mesi mentre eravamo impegnati a costruire assieme un futuro possibile per tutti, c’è chi affermava incautamente e senza cognizione di causa che la strada doveva essere una ex ILVA ridimensionata nell’occupazione, nelle attività e nelle aree. Ribadiamo ancora una volta che una ex ILVA tutta in mano ai privati non è la soluzione per gestire la transizione e un’azienda ritenuta strategica e di interesse nazionale.
Ora è necessario andare per priorità: la prima è confrontarsi sul piano industriale e occupazionale che rilanci la produzione di Taranto, per garantire la ripartenza dall’area a freddo e approvvigionare Genova e Novi Ligure e gli altri siti. Tutti devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare.
La decisione del commissario di confrontarsi a Taranto a Genova e Novi e in tutti i siti , come da noi chiesto è indubbiamente un modo per marcare la differenza con il passato ma deve servire a mettere in sicurezza gli impianti intervenendo sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Va ripreso quanto prima il confronto sindacale negli stabilimenti molte sono le urgenze.
Per realizzare la continuità produttiva, aziendale e salariale garantendo la sicurezza dei lavoratori, degli impianti e la salvaguardia ambientale è necessaria la disponibilità finanziaria, che il governo deve garantire da subito, intanto immettendo i 320 milioni di euro stanziati ma che da soli non sono sufficienti.
Questo è il programma di lavoro che la FIOM ritiene indispensabile e necessario, che vuole condividere con le altre organizzazioni sindacali, e che per essere realizzato ha bisogno dell’impegno e della forza di tutti.
FIOM-CGIL NAZIONALE
Roma, 19 marzo 2024