Le aziende dell’indotto Fiat-Sata consorziate in ACM (PROMA, TOWER AUTOMOTIVE, COMMER TGS, JOHNSON CONTROLS, MUBEA, TIBERINA, HTL FITTING, TI GROUP, GIR SUD, LEAR, IRMA, MAC, EMARC) dopo il recesso da tutti gli accordi territoriali e aziendali, nell’incontro del 28 maggio 2014 presso la Confindustria della Basilicata hanno:
INTERROTTO LA TRATTATIVA
La delegazione delle aziende dell'indotto, capeggiata dai legali della Fiat e accompagnata dalla Confindustria, ha interrotto il tavolo di trattativa.
La ragione? La Fiom-Cgil, insieme alle Organizzazioni Sindacali presenti al tavolo, non hanno ceduto alla minaccia dell'applicazione unilaterlale del CCSL Fiat nel caso non si fosse proceduto alla accettazione del testo proposto dalle aziende consorziate nell'ACM.
La delegazione Fiom-Cgil, ha manifestato la disponibilità a discutere senza ricatti, degli strumenti contrattuali utili ad affrontare la salita produttiva della Fiat-Sata per la messa in produzione dei nuovi modelli, ma prima di tutto ha chiesto che siano garantiti i livelli occupazionali di tutti i lavoratori dell’indotto.
Come? Innanzitutto con la garanzia delle imprese a non licenziare e ad utilizzare tutti gli strumenti contrattuali, dalla mobilità interaziendale ai contratti di solidarietà. La verità è che così vogliamo impedire che contemporaneamente nello stesso stabilimento o in stabilimenti della filiera alcuni lavoratori si trovino ad un aumento dei turni e con il comandano degli straordinari ed altri rischino dopo gli ammortizzatori il posto di lavoro.
La salita produttiva deve necessariamente vedere i lavoratori delle singole aziende coinvolte collocati tutti al lavoro.
Per queste ragioni la Fiom-Cgil ritiene che una trattativa vera deve partire necessariamente dal rapporto reale tra volumi produttivi e fabbisogni occupazionali delle singole aziende interessate dalle commesse sulla Jeep e la 500x, perché ad oggi non c'è certezza dei volumi produttivi e della garanzia occupazionale.
Pertanto la Fiom-Cgil ritiene indispensabile che le istituzioni, a partire da quelle regionali, promuovano azioni volte a garantire l'occupazione e gli investimenti utili alla diversificazione produttiva per impedire la delocalizzazione delle produzioni.
Nei prossimi giorni promuoveremo volantinaggi, assemblee di informazione ai lavoratori per decidere con loro le iniziative da mettere in campo per garantire l'occupazione, il salario e i diritti.
Roma, 29 maggio 2014