Le aziende della Basilicata consorziate in ACM (PROMA, TOWER AUTOMOTIVE, COMMER TGS, JOHNSON CONTROLS, MUBEA, TIBERINA, HTL FITTING, TI Group, GIR Sud, LEAR, IRMA, MAC, EMARC), dopo il recesso da tutti gli accordi territoriali e aziendali, nell'incontro tenutosi il 23 maggio hanno presentato una piattaforma giudicata come inaccettabile dalla Fiom e da tutte le Organizzazioni Sindacali territoriali presenti al tavolo (Fim, Uilm, Fismic, Uglm).
INACCETTABILE
La scelta delle aziende di non dare garanzie sull'occupazione, di cancellare il salario fisso aggiuntivo attraverso la riduzione delle indennità e maggiorazioni e la totale variabilità del premio sulla base della effettiva prestazione di lavoro), di cancellare gli accordi e di provare ad imporre la fotocopia del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro ora è chiara.
L'ACM e la Confindustria presenti al tavolo hanno spiegato che la responsabilità è della Fiat che ha imposto alle aziende le scelte contrattuali che ora vengono scaricate sui lavoratori. E' vero che Fiat impone a tutte le aziende il merito del CCSL?
La verità è che il primo problema nelle aziende dell'indotto sono le garanzie occupazionali che ad oggi non ci sono.
Mentre i lavoratori sono in cassa integrazione le aziende vorrebbero imporre il 18° turno o i 21, le 120 ore di straordinario comandato, la deroga alla Legge sui riposi settimanali e giornalieri, la totale flessibilità dell'orario, l'uso da parte delle aziende dei permessi (par e rol), la pausa a fine turno.
Le aziende dell'ACM vogliono cancellare i premi e le maggiorazioni dove queste sono migliorative e applicare quelle presenti nel protocollo per peggiorare la busta paga già magra e cancellare ogni certezza sul premio. Infatti, se un lavoratore è in cassa integrazione, in malattia, in permesso o in pausa non percepisce nulla!
Le aziende dell'ACM vogliono la firma delle organizzazioni sindacali territoriali per cancellare il ruolo delle Rappresentanza Unitarie dei Lavoratori, così le RSU non potranno più contrattare nulla, anzi dovranno convincere i lavoratori del fatto che quello che comanda l'azienda va bene e se c'è una divergenza individuale o collettiva è impedito, di fatto, poter scioperare, viste le commissioni, gli arbitrati.
La Fiom sarà presente con i delegati al tavolo fissato per il 28 maggio 2014 per garantire occupazione, salario, orario e la libertà dei lavoratori a poter contrattare
Roma, 23 maggio 2014