Venerdì, 27 Settembre 2024

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Automotive: la situazione è critica

Servono risposte da Ue, Governo, Stellantis e aziende della filiera.
Per difendere il settore è necessaria una mobilitazione unitaria nel paese e che si unisca alle tante lotte in Europa e Usa.

La situazione del settore Automotive in Europa diventa sempre più critica, nel nostro paese è concreto il rischio cessazione: in assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere complessivamente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale.

Questo a maggior ragione a partire dalle novità provenienti dalla Germania che interessano il gruppo VW e che se non adeguatamente affrontate rischiano di produrre un autentico terremoto per tutta l’industria dell’Automotive nel continente, mentre in Usa e Cina difendono l’industria con fortissimi investimenti. Il settore è strategico per l’Italia che continua ad essere il secondo paese manifatturiero d’Europa (pesa l'11% del PIL). L’Automotive necessita di interventi sia in termini di scelte strategiche in ambito di UE, di politiche industriali del Governo e di impegni all’interno di un piano industriale da parte dell’unico costruttore presente in Italia (Stellantis) e di corresponsabilità delle aziende dell’Automotive.

L’industria automobilistica europea si trova nel mezzo del percorso verso la transizione all’elettrico e necessita di scelte strategiche molto importanti da parte dei decisori politici, a partire dalla Commissione Europea, che deve stanziare risorse per un pacchetto straordinario per sostenere decisioni prese, per imprimere più forza ai cambiamenti tecnologici accompagnati da un piano di garanzia occupazionale attraverso il blocco dei licenziamenti, il sostegno alla riduzione oraria e azioni per la formazione e ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. La transizione non è possibile contro il lavoro.

Il Governo, da parte sua, deve dare concretezza al confronto iniziato più di un anno fa al Mimit: è necessario che oltre al confronto con Stellantis si concretizzi un pacchetto di strumenti per le aziende della componentistica:

- per la strategicità del settore e la trasversalità ai ministeri competenti riteniamo con la altre OO.SS non più procrastinabile l’assunzione da parte della Presidente del Consiglio del dossier auto. Un confronto che in tempi rapidi, anche alla luce dei tavoli presso il MIMIT, coinvolga direttamente l’AD di Stellantis, le OO.SS. per delineare il futuro dell’Automotive nel nostro paese in un accordo quadro generale che dia risposte non solo ai lavoratori degli stabilimenti Stellantis, ma a tutti coloro che lavorano nelle aziende della componentistica che già oggi sono in una condizione di grande precarietà. Per fare questo il Governo deve certamente mettere a disposizione risorse pubbliche vincolate però a chiari impegni di tenuta occupazionale da parte delle imprese. Risorse che non devono essere limitate agli incentivi per l’acquisto di auto che, tra l’altro, nel 2024 non hanno dato benefici alle produzioni nel paese. Servono risorse per governare la transizione, per accompagnare gli investimenti privati sulla ricerca, sviluppo, progettazione e produzione attraverso la nuova occupazione, la formazione, e nuovi strumenti di riduzione dell’orario che permettano transizioni e riconversioni in continuità di rapporto di lavoro.

Il piano industriale a partire da Stellantis dovrà prevedere l’utilizzo di tutti gli impianti e l’occupazione con missioni e modelli in tutti i plant e investimenti sugli Enti Centrali, a maggior ragione ora che la situazione è molto critica e riassumibile con pochi, chiari elementi:

  • la produzione nel 2024 è in forte calo: nel primo semestre si sono prodotte il 30% di auto in meno rispetto l’analogo periodo dello scorso anno. Questo nonostante il Governo abbia concesso quasi un miliardo di euro per gli incentivi all’acquisto.
  • L’utilizzo degli ammortizzatori sociali sta crescendo ovunque e tocca in maniera molto preoccupante anche stabilimenti che in questi anni non sono stati minimamente coinvolti in situazioni crisi.
  • Prosegue la strategia di riduzione del numero di dipendenti attraverso lo strumento degli incentivi all’esodo (poco meno di 4000 solo nella primavera scorsa) e il contestuale blocco a nuove assunzioni. Questo processo, in atto da anni, sta determinando un lento, progressivo svuotamento degli stabilimenti.

Per quanto riguarda poi la catena della componentistica, sono molteplici le vertenze approdate al tavolo del Mimit molte anche non metalmeccaniche oltre a tutte quelle di piccole o piccolissime dimensioni che già hanno chiuso, si registra inoltre la tendenza ad uno spostamento della catena che rapidamente sta portando verso altri paesi europei e non parti consistenti dell'importante filiera.

Tra i problemi del settore il costo dell’energia deve essere affrontato con l’Europa e il governo, sia per le imprese che per i lavoratori.

Per la Fiom è necessario un piano per Stellantis e favorire l’ingresso di produttori di auto mass market. Per la Fiom l’ingresso di nuovi produttori, come già oggi in altri Paesi europei, dovrà essere vincolato dal Governo attraverso una partecipazione diretta dello Stato negli asset societari, all’attrazione di know-how e di valorizzare la catena di fornitura insediata nel nostro paese e rispettare le norme e i Ccnl.

Per queste ragioni siamo impegnati:

  • a partire dall’assemblea nazionale promossa dalla Cgil sul settore a realizzare iniziative con la confederazione e le categorie nei territori
  • a mettere in campo una forte mobilitazione nel paese. Una mobilitazione partecipata e unitaria, anche frutto delle mobilitazioni come l’ultima a Termoli e a partire dallo sciopero di Torino. La Fiom nazionale sosterrà le mobilitazioni e gli scioperi nei territori in un rapporto unitario con le altre sigle sindacali.

La Fiom è impegnata a costruire una rete globale per il lavoro e la dignità dei lavoratori nel settore e si impegna a sostenere le tante lotte in corso negli USA con la UAW, in Europa a partire dal Belgio dove il sindacato sta difendendo gli stabilimenti Audi dalla chiusura e con la IG Metal in Germania impegnata contro le minacce di chiusura di Volkswagen. La Fiom chiederà a IndustriAll Europe e global di costruire un piano comune di valutazione, richieste e mobilitazione comune nei confronti delle istituzioni e imprese. Per difendere l’occupazione, i diritti, la capacità produttiva installata, e garantire un futuro all’industria europea.

Per tutte queste ragioni si da mandato alla segretaria nazionale della Fiom di ricercare le condizioni sindacali nazionali, europee e internazionali per aprire nuova fase che dovrà partire dal coinvolgimento diretto dei lavoratori in tutti gli stabilimenti verso una mobilitazione fatta di assemblee, manifestazioni e scioperi nazionali, europei ed internazionali.

È ora di unire le lotte, di unire i lavoratori, perché le fabbriche e il lavoro sono nostri.

Documento presentato al Coordinamento nazionale Fiom-Cgil dell'Automotive del 14 settembre 2024

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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