Mercoledì, 18 Dicembre 2024

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Nei prossimi 4 mesi rischiano in 4.200. Il 2025? Durissimo, Meloni ci risponda

Intervista su Il Fatto Quotidiano, a firma di Andrea Tundo
 
"Alla fine parlano i fatti: il prossimo anno sarà durissimo. Su questo devono rispondere governo e azienda. Vogliamo sapere ora - ripeto, ora - quali investimenti ci sono. Non accetteremo il refrain di un milione di veicoli nel 2030. Per vedere il futuro, devi arrivarci vivo". Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil, è netto in vista del tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy su Stellantis e l'automotive.
 
Il governo prepara la pace. Cosa vi aspettate?
Che la pace non sia un deserto, citando Tacito. Se le loro schermaglie cessano, sono affari loro. Ci interessano le risposte su produzione, ricerca e sviluppo, gigafactory, garanzia e continuità occupazionale. Nei prossimi quattro mesi rischiano il posto 4.200 operai del settore perché scadono gli ammortizzatori: è pronto un intervento di cassa? Per tutto questo abbiamo scioperato chiedendo a Giorgia Meloni di intervenire, ma lei al tavolo non ci sarà. Finora l'unica risposta è stata azzerare i 4,7 miliardi di euro del fondo per l'automotive che deve rifinanziato aumentando la dotazione.
 
Qualsiasi annuncio farà l'azienda avrà un impatto tra almeno un anno. Intanto che 2025 sarà?
Complesso per il mercato e i produttori, nonché per l'indotto di Stellantis e tutte le aziende dell'automotive, quindi per tutti i lavoratori. Serve un pacchetto straordinario di risorse. Il ministro parla sempre di un milione di veicoli nel 2030, ma bisogna cambiare la realtà attuale per arrivarci: questa è politica industriale.  
 
Gli annunci di una società senza un Ceo non rischiano di avere gambe d'argilla?
I piani industriali non si fanno dall'oggi al domani, quindi non capisco come possano averne uno nuovo 15 giorni dopo l'addio di Tavares. Sono necessarie risposte sulla gigafactory di Termoli. Sarebbe un segnale perché nessun Paese costruttore può permettersi di non averne una. E poi è arrivato il momento di allargare i modelli di auto di massa assegnati all'Italia, le uniche ad avere potenzialmente un grande mercato e dare lavoro a tutti i plant.
 
Da quando il governo e Stellantis sembrano riavvicinarsi, è "scomparso" il più volte invocato produttore cinese. Una coincidenza?
Se il libero mercato vale per noi, deve valere per tutti.  Noi vogliamo lavoro e investimenti da chiunque arrivino purchè rispettino le nostre leggi e contratti.

L'azienda e Urso continuano a legare la crisi produttiva alla transizione. Perché respingete questa narrazione?
Perché la transizione c'era lo scorso anno quando Stellantis ha fatto utili da record e non c'era 18 anni fa quando è iniziata, e mai più finita, la cassa integrazione a Mirafiori. È evidente che i problemi non dipendano dall'addio all'endotermico, ma dalla mancanza di nuovi modelli Fiat, Alfa, Lancia e Maserati, pensati e prodotti in Italia.
 
Il 2024 è stato l'anno della ritrovata unità sindacale sull'ex Fiat dopo decenni di divisioni. Le promesse di Stellantis possono incrinarla?
Fim, Fiom e Uilm hanno un vincolo nei confronti dei lavoratori che insieme abbiamo chiamato a scioperare. Nessuno può dividere quello che i lavoratori hanno unito, anzi sarebbe ora di pensare al contratto insieme.

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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