Domenica, 22 Dicembre 2024

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Stellantis presenti un piano. In nove anni persi 11.500 posti

Gli altri sindacati hanno raggiunto un accordo con Stellantis per rilanciare lo stabilimento di Melfi. Perché Fiom-Cgil non ha firmato? Eppure, è prevista la produzione di quinto modello, una Jeep Compass.

«Partiamo da quello che c’è scritto nell’accordo e non dalle dichiarazioni stampa – risponde Michele De Palma, segretario della Fiom – L'accordo non garantisce l'arrivo del quinto modello che è subordinato ad un ulteriore aumento delle attività dei lavoratori e al sostegno economico con risorse pubbliche. La verità è che ancora non ci sono i 4 previsti in precedenza, nell’accordo di solidarietà che abbiamo firmato anche noi. Attualmente a Melfi ci sono 6.400 lavoratori che fanno tre modelli: 500x termica, Renegade e Compass anche in versione plug in. Ma dei 4 modelli Bev, cioè completamente elettrici, annunciati non se ne produce nemmeno uno. In Italia l’unica Bev si fa a Mirafiori. A Melfi, nel frattempo, si è passati da due a una linea di produzione. Per questo abbiamo chiesto all’azienda: quando partono i 4 modelli promessi? Ma non ci hanno risposto. Allora abbiamo chiesto: alla fine del contratto di solidarietà, tra un anno, rientrano in fabbrica tutti i 6.400 lavoratori? Anche questo ci hanno detto che non si poteva metterlo nell’accordo e che intanto 1.200 dipendenti dovrebbero andare in trasferta in altri stabilimenti. Insomma, non c’erano le garanzie minime per firmare».

Eppure, nei giorni scorsi il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha incontrato l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e dopo ha detto che l’azienda ha un target di almeno un milione di auto da produrre in Italia, più del doppio di ora. Non vi basta?

«È importante che Urso abbia incontrato Tavares e che gli abbia consegnato Costituzione italiana, credo sia un po’ anche merito nostro. Il ministro ha anche convocato i sindacati il 24 luglio, ma non ci sarà l’azienda. E invece noi avremmo bisogno di una trattativa per un accordo complessivo sul piano industriale. Il governo ha detto che vuole mettere a disposizione delle risorse per sostenere il settore, ma non sono ancora chiare né la dimensione né la forma di questo intervento. Quanto al target di un milione bisogna chiarire: se si parla di veicoli, non siamo molto distanti dalla produzione attuale, fatta di 422mila auto più circa 300mila veicoli commerciali leggeri. Un milione è un obiettivo importante in due anni, ma solo se riferito alle auto».

Perché non lo chiedete direttamente a Tavares?

«La Fiom, con 100 delegati, è andata il 2 giugno, festa della Repubblica fondata sul lavoro, a Poissy, in Francia, sotto il quartier generale di Stellantis per chiedere un incontro ai vertici. Tavares lo abbiamo visto una sola volta con tutti gli altri sindacati qualche anno fa. Ci piacerebbe confrontarci direttamente con lui».

A questo punto quali sono le vostre prossime mosse?

«Il 24 luglio la Fiom andrà, con gli altri sindacati, all’incontro convocato dal ministro Urso per chiarire i punti che ci stanno a cuore sul percorso della vertenza con Stellantis, sulle risorse che il governo vuole investire, sulle garanzie per i lavoratori, sia sul piano della formazione sia su quello dei livelli occupazione. Come dicevo, vogliamo un vero piano industriale per l’Italia, col dettaglio delle produzioni per ogni stabilimento. L’ultimo piano che ho visto è quello di Marchionne, ormai molti anni fa».

E al governo cosa chiedete?

«Le parole chiave sono: trattativa vera e condizionalità. Significa che per noi il governo non può continuare a dare risorse pubbliche senza un ritorno certo. In questi anni sono già andati via migliaia di lavoratori da Stellantis. Dal 2014 a oggi si sono persi 11.500 posti di lavoro nell’auto. Non possiamo continuare così».

 

Intervista a Michele De Palma di Enrico Marro, pubblicata sul Corriere della Sera del 16 luglio 2023

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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