Si è riunito il giorno 14 aprile u.s. il Coordinamento nazionale dei rappresentanti sindacali e delle strutture territoriali e nazionali della Fiom-Cgil, che si occupano di Telespazio.
La discussione è stata incentrata sulla situazione aziendale, il piano industriale presentato e le forti criticità sui siti. Malgrado le dichiarazioni dell'Amministratore Delegato di Finmeccanica sulla strategicità dello spazio e sul buon posizionamento di Telespazio, il Coordinamento valuta molto negativamente la situazione e le prospettive aziendali, in assenza di un cambio di impostazione forte rispetto al piano industriale presentato che vede ulteriori tagli e disinvestimenti che si aggiungono ai problemi attuali.
Continua infatti a non avere prospettive il sito di Scanzano, con la Regione Sicilia che finora non ha trovato i fondi per finanziare il progetto presentato, mentre per l'ex MARS di Napoli, la difficile vertenza ancora non ha prodotto il principale obiettivo: lasciare una presenza forte in ambito di ricerca e sviluppo.
Sul Lario la riduzione dei tavoli operativi con la conseguente diminuzione di attività vede oggi una riduzione dei turni e dei servizi ai clienti, con molti lavoratori costretti ad operare in trasferta sul sito di Fucino (idem per quelli di Scanzano che sono oggi impiegati li e all’estero). Sulla stessa sede del Fucino sono stati ridotti i turni e i servizi ai clienti, con forti preoccupazioni dei lavoratori.
Nella sede di Roma, oltre al vuoto lavoro denunciato dall'azienda in alcune attività, la Telespazio sta introducendo alcune procedure unilateralmente che oltre a non servire per l'organizzazione del lavoro, sembrano volte a mettere in difficoltà i lavoratori.
Come altro interpretare la nuova procedura "sull'uscita per servizio" che, oltre ad utilizzare i permessi retribuiti del lavoratore a copertura dell'orario (per lavoratori che in considerazione del loro inquadramento non sono soggetti alla sua rilevazione), lasciano senza tutele di legge gli stessi lavoratori in caso di infortunio?
Su questa complicata realtà, l'azienda aggiunge un piano industriale fatto di tagli e razionalizzazioni che invece di risolvere i problemi li aggraveranno. Come leggere altrimenti, in un contesto simile, l'abbandono del broadcasting TV o la gestione farraginosa di problemi legati alle attività di Osservazione della Terra, in primis la carenza di risorse per fronteggiare le richieste del mercato di riferimento e le mutate politiche di ASI nei confronti delle PMI? Cosa accadrà nei siti dove già oggi ci sono difficoltà, quando si taglieranno ulteriormente le attività?
Purtroppo, le scelte fatte sembrano aumentare l’entità dei problemi in campo, anziché tentarne una risoluzione. Come si può, in una fase di diminuzione del fatturato (dovuto a difficoltà di mercato e alle scelte del piano industriale), continuare a sguarnire la parte tecnica e le attività sui clienti, proponendo alle persone di ricollocarsi nel back office, aumentando le lavoratrici e i lavoratori impegnati nella fase amministrativa? A cosa serve variare in corsa il sistema di valutazione professionale interno (PAT), introducendo anche la valutazione negativa sui lavoratori?
Tutte le scelte fatte finora lasciano chiaramente intravedere che, al di là delle parole, i fatti ci dicono che è in atto una vera e propria ristrutturazione, tutta sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori. Invece di ridurre gli sprechi e le inefficienze, riportare le attività all'interno riducendo le forniture esterne, concentrarsi sull'aumento della qualità e dell'innovazione attraverso investimenti certi e mirati per rendere coerente il piano Telespazio con le strategie di Finmeccanica sullo spazio, il management attuale sembra tutto orientato a produrre ulteriori problemi.
Se si considera complessivamente la situazione e non sui singoli siti o nelle singole decisioni come cerca di fare l'azienda, il quadro è più chiaro. Sarà per questo che è molto attiva a fare incontri sui territori e non risponde ancora al tavolo nazionale richiesto dalla Fiom-Cgil?
Per questi motivi, per quanto ci riguarda, se non verrà attivato a breve il confronto richiesto, valuteremo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori le opportune iniziative da intraprendere.
FIOM NAZIONALE
Roma, 20 aprile 2015