Venerdì 26 scorso alle 01.30 di notte dopo 14 ore di trattativa, la delegazione sindacale di FIM-FIOM-UILM, presso il ministero del Lavoro a Roma è giunta alla firma dell’accordo sulla Cassa Integrazione Guadagni con la direzione di ADI in AS.
Per la Fiom era presente oltre con il livello nazionale, come delegazione in presenza, la Fiom di Taranto e quella di Genova, da remoto le rappresentanze della RSU e delle strutture FIOM di tutti e 9 i siti italiani.
La trattativa si è svolta dopo un confronto durissimo avvenuto mercoledì 24 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, alla presenza del Sottosegretario Mantovano, dei Ministri Urso, Calderone, Fitto e Pichetto Fratin, e dei 6 Commissari Straordinari delle società ADI in AS e ILVA in AS. Confronto che ha ribadito la posizione sindacale come unica possibilità di reale ripartenza degli impianti e messa in sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente.
Per la Fiom il contesto per cui solo la garanzia di avere risorse certe, del compimento necessario degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e la graduale ripartenza degli altoforni e degli altri impianti nonché l’effettuazione delle bonifiche ambientali e la presenza di piani per la decarbonizzazione, è compatibile con l’uso della cassa integrazione per il periodo di ripartenza e per un numero limitato di lavoratori, perché la ripartenza si fa con le persone al lavoro.
L’intesa sottoscritta prevede un piano di ripartenza che entro giugno 2026 veda la messa in funzione e a regime 3 altoforni e gli impianti di tutti i siti e con la progressiva ripresa ed incremento dei volumi la conseguente certezza di riduzione della cassa integrazione, che parte da un numero massimo di 4050 su 9869 lavoratori coinvolti fino ad azzerarsi tra marzo e giugno 2026, col rientro di tutti e senza definire alcun esubero strutturale. È stata ribadita dalle parti la validità dell’accordo del 6 settembre 2018 e dunque viene ridata una prospettiva ai 1800 lavoratori in carico a ILVA in AS. Questo percorso sancisce una integrazione salariale alla Cassa Integrazione, a garantire il 70% della retribuzione globale annua lorda comprensiva di maturazione della 13’ma. Sono stati posti anche dei criteri per garantire a tutti la maturazione di almeno una quota di ferie e sanciti i principi per cui nessuno sarà collocato in cassa a zero ore lavorate nel mese. Inoltre, verranno definiti piani di formazione professionale in ambito siderurgico e sulle nuove tecnologie applicate che coinvolgeranno tutti i lavoratori e saranno valorizzati come le giornate di lavoro anche ai fini della maturazione degli istituti. Sono previsti gli arretrati da marzo scorso e per tutti. Il piano sarà fittamente monitorato sia a livello nazionale che di singoli stabilimenti con incontri tra le organizzazioni sindacali e la Direzione Aziendale. Solo per l’anno 2024 sarà prevista una tantum per tutti i lavoratori a titolo di welfare, condizionata alla produzione e calcolata sulla paga base personale. Saranno poi definite intese nei singoli stabilimenti su Smart Working e sulle flessibilità orarie.
Per la Fiom l’intesa raggiunta e che ora viene consegnata ai lavoratori garantisce l’occupazione e ne tutela la sicurezza e tramite la realizzazione del piano di ripartenza potrà tutelare l’ambiente e riportare al centro della discussione i piani per la decarbonizzazione. L’intesa, inoltre, dà la responsabilità ai 6 commissari straordinari di attuare il piano in tutte le sue parti e al governo impone il dovere di garantire le risorse necessarie alla sua realizzazione. A tal proposito nei prossimi giorni verrà chiesto, così come stabilito a Palazzo Chigi, dalle organizzazioni sindacali un incontro per la presentazione del bando di gara di vendita dell’Azienda.
Infine, la Fiom ritiene fondamentale la presenza di capitale pubblico nella futura società al fine di garantire i lavoratori e le comunità locali dove insistono gli stabilimenti.
Non c’è ripartenza senza i lavoratori!
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 29 luglio 2024