Ieri 7 maggio si è svolto l’incontro, chiesto da FIM FIOM UILM, presso la sede di Confindustria nazionale a Roma, con la direzione di ADI in AS in merito alla situazione delle manutenzioni, della produzione e della cassa integrazione.
Alle richieste sindacali la direzione di ADI ha proposto un piano di ripartenza degli impianti, tra l’altro come da mesi chiedeva la Fiom.
Non si è discusso né di piano industriale, né tantomeno di possibili acquirenti.
Nel merito:
- Il piano di ripartenza si svilupperebbe da qui a fine anno e prevede interventi in tutti gli stabilimenti per un valore di non meno di 330 milioni di euro di cui 230 di interventi urgenti. L’80% è destinato a Taranto e non meno di 50 milioni tra Genova, Novi e gli altri siti più piccoli. 100 milioni di questi servono da qui a fine anno per il raddoppio della produzione fino a 4 milioni di Tons.
- Viene data priorità alla salute e sicurezza dei lavoratori e alla salvaguardia ambientale.
- Istituzione di una Task Force di monitoraggio degli interventi manutentivi con obiettivi e un programma definito.
- Ripristino del controllo di gestione e delle funzionalità commerciali.
- Per quanto riguarda Taranto: Area a caldo, AFO 4 e ripartenza AFO 2, rete ferroviaria e centrale elettrica sono le aree su cui intervenire maggiormente e prioritariamente. Altre aree possono operare con interventi minori. Per le aree a freddo, al momento non sono previsti interventi prioritari.
- Per quanto riguarda Genova: 22 milioni di euro per interventi sulle linee della banda stagnata e le aree zincatura e decatreno.
- Per quanto riguarda Novi: circa 20 milioni per interventi per le aree delle lavorazioni a freddo e, in particolare, 7 solo per gli interventi sull’area decatreno.
- In merito al personale tutto, addetto alle manutenzioni e per l’andamento produttivo, verrà gestita una nuova causale di cassa integrazione per amministrazione straordinaria su tutti gli stabilimenti, non soggetta a rinnovi. Cassa integrazione per cui l’Azienda si è resa disponibile a discutere di un’aggiuntiva integrazione salariale.
- Viene prevista formazione professionale per accrescimento delle competenze o inserimento di nuove.
- Verranno gestiti piani di smaltimento ferie.
- Verranno valutati con le amministrazioni locali eventuali piani di lavoro sociale, tenendo in considerazione il modello Genova.
- Verranno valutati e discussi percorsi dedicati e volontari di cassa a 0 ore o programmi definiti di incentivazione all’esodo e/o forme di ricollocazione in aziende definite. In questo rientreranno anche i lavoratori di Ilva in AS.
Come Fiom abbiamo tenuto a precisare, sostenuto fermamente, che la discussione di questo piano di ripartenza, per cui con i medesimi lavoratori e impianti, va declinata sugli interventi e nell’organizzazione del lavoro sito per sito. A tal proposito debbono essere programmati incontri negli stabilimenti affinché la discussione definisca programmi che rientrino nell’accordo a livello nazionale. Come Fiom abbiamo ulteriormente ribadito che le risorse rimangono poche e ne servono di più ma ora, finalmente, si può iniziare una discussione di merito, visto che sono le lavoratrici e i lavoratori sanno come far andare gli impianti. Abbiamo riaffermato che i sacrifici a cui i lavoratori sono stati costretti in questi anni, non possono essere ulteriormente gravati da una ripartenza tutta a loro carico. Da ciò, le integrazioni al salario durante le ore di cassa come gli orari lavorativi debbono prevedere il riconoscimento degli istituti del CCNL (elemento perequativo, flexible benefit, turnazioni) e degli istituti della vecchia contrattazione di gruppo (accordo 2018). La formazione dei lavoratori prevista dal CCNL (ad esempio diritto soggettivo) è nell’orario di lavoro ed è pagata con la retribuzione di fatto. I volumi produttivi, la loro crescita e gli interventi manutentivi riguardano anche i lavoratori di ILVA in AS (accordo 2018) e dell’indotto, per cui il tavolo nazionale è la sede di discussione unica e il contratto nazionale di riferimento da applicarsi è quello metalmeccanico.
Su tutti questi temi l’Azienda ha manifestato disponibilità di aprire la discussione, già dando alcune parziali risposte positive in merito agli incontri di stabilimento e sulla formazione retribuita al pari del lavoro.
Da tutto ciò, sia chiaro che il punto centrale per affrontare la discussione sulla ripartenza, per la FIOM non può e non deve pregiudicare il mantenimento dei livelli occupazionali e le potenzialità impiantistiche, come anche i piani per la decarbonizzazione. Questi temi vanno discussi in un piano industriale vero e con risorse specifiche programmate, che rispondano a un’idea di siderurgia nazionale in un quadro europeo.
Le parti hanno deciso di riconvocarsi dopo gli incontri di stabilimento e comunque prima della discussione al Ministero del Lavoro in merito alla cassa integrazione.
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 8 maggio 2024