Venerdì, 22 Novembre 2024

Ex Ilva, lo Stato prenda la maggioranza

«È stato un anno duro per i metalmeccanici - dice il segretario della Fiom-Cgil, Michele De Palma - abbiamo provato a difendere l’occupazione in situazioni sempre più complesse, da Ilva a Stellantis. Alcune battaglie hanno raggiunto gli obiettivi, penso alla reindustrializzazione di Marelli a Crevalcore o alla Whirlpool a Napoli o alla Gkn con la revoca dei licenziamenti, ma restano tante vertenze che ci preoccupano.»

Ilva è una delle maggiori.

«Nell’ultimo incontro a Palazzo Chigi c’è stato uno scontro. A detta del Governo gli scenari sono tre: Mittal mette le risorse per la ripartenza degli impianti; l’amministrazione straordinaria; lo Stato che si riprende la maggioranza della società, come chiediamo noi».

Perché?

«Perché Mittal finora non ha voluto investire nell’azienda e siamo arrivati a una situazione disastrosa da tutti i punti di vista, con 20mila posti di lavoro, indotto compreso, a rischio. Inoltre, un Paese senza la siderurgia è un Paese che sceglie di fare a meno dell’industria e questo non possiamo permettercelo. Pensiamo solo all’acciaio che serve per la produzione automobilistica».

E arriviamo così alla vertenza Stellantis e al futuro dell’automotive in Italia.

«Fiom, Fim e Uilm di Torino hanno varato insieme un documento comune su Mirafiori, chiedendo non solo più modelli per lo stabilimento, ma anche la creazione di un polo di ricerca e progettazione che possa favorire anche gli investimenti di altri produttori. Stiamo cioè avanzando unitariamente delle proposte strategiche per salvare e rilanciare il settore».

La situazione dell’automotive è così grave?

«Ad oggi non c’è la garanzia di un futuro di sviluppo. Per questo al tavolo ministeriale sull’automotive abbiamo detto con chiarezza che, visto che il governo è impegnato su questo fronte con risorse pubbliche, ci deve essere la garanzia di un ritorno in termini di produzione e occupazione. Per noi l’obiettivo è una produzione annua di un milione di autovettore e 300mila veicoli commerciali».

E come si raggiunge, se Stellantis non ce la fa?

«Non possiamo affidarci solo a Stellantis. Dobbiamo essere in grado di attirare produttori anche da altri Paesi. Le do un dato: in Germania producono il 120% del loro mercato e lo fanno anche attraverso vari produttori stranieri, da noi solo il 25%. E produttori cinesi come Byd stanno pensando di investire sull’auto elettrica in Ungheria e sempre i cinesi hanno investito in Svezia su Volvo».

Dovremmo convincerli a venire anche da noi?

«Possono essere i cinesi o altri, l’importante è che l’Italia utilizzi le risorse pubbliche messe sull’automotive, un fondo di 8 miliardi di cui ce ne sono ancora 6, per dare un futuro al settore e questo si fa anche diventando attrattivi degli investimenti dall’estero».

Nel 2024 scade il contratto dei metalmeccanici.

«Per noi il 2024 è l’anno della dignità della contrattazione. Gli obiettivi del nuovo contratto sono: salario, col recupero dell’inflazione al quale aggiungere la redistribuzione di una quota del valore generato dal lavoro; la riduzione dell’orario, per difendere e promuove l'occupazione; stabilizzazione dei precari e potenziamento della formazione anche per prevede i rischi sulla salute e sicurezza.

Il Governo dovrebbe ritirare la legge delega sulla contrattazione, fare la legge sulla rappresentanza e sostenere anche con delle risorse i contratti nazionali.»

Intervista di Enrico Marro pubblicata sul "Corriere della Sera"  del 31 dicembre 2023

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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