Meta Edizioni ha voluto pubblicare in un'edizione digitale questo breve ma intenso racconto autobiografico di Gino Mazzone, operaio alla Fatme prima e dirigente nazionale poi del sindacato dei metalmeccanici della Cgil. Un racconto in cui Gino ripercorre i momenti più significativi della sua "vita con la Fiom".
Ho incontrato il sindacato poco prima di entrare in fabbrica alla Fatme di Roma. A dicembre del 1960, l'entrata allo stabilimento era su via Appia a poca distanza dall'incrocio con via delle Cave, quella mattina un gruppo di noi giovani, doveva entrare per il colloquio e l'assunzione incontrando il capo del personale avvocato Ghergo.
Il cancello di entrata era aperto, ma davanti c'erano molti operai in tuta blu, camice nero o blu per le donne, che erano numerose: «oggi nun s’entra è sciopero, annatevene a casa che è mejo!»
Abbiamo discusso tra di noi sul da farsi, e lì ho avuto il mio primo incarico di rappresentanza, dovevo discutere con i capi del picchetto (così si chiamava) Enzo De Feo (Comunista) e Romolo Di Pasquale (Socialista) della commissione interna: erano la Fiom.
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