Il 18 marzo, presso la sede di Assolombarda, si è svolto il primo incontro fra Direzione Aziendale IBM, Organizzazioni Sindacali e Coordinamento nazionale RSU in seguito all’avvio, lo scorso 11 marzo, della procedura per riduzione di personale. E’ opportuno ricordare che la citata procedura prevede, in caso di mancato accordo, il licenziamento di 100 dipendenti/quadri che operano nelle divisioni GBS, GTS, GIE e S&D.
Il Sindacato dopo aver rilevato come si è giunti a questa nuova procedura di riduzione del personale, dopo che già negli scorsi anni, ci si è trovati davanti a licenziamenti faticosamente risolti con accordi sindacali in grado di evitare soluzioni traumatiche, ha richiesto una illustrazione del piano industriale e occupazionale complessivo che ha portato a questa decisione senza ricevere una risposta esauriente e convincente da parte dell'azienda.
Il sindacato ha avanzato alcune proposte concrete ed effettuato richieste chiarissime:
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Conoscere il piano industriale ed occupazionale dei prossimi anni.
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Conoscere il motivo per cui l’azienda continua a rifiutare un incontro congiunto al Ministero dello Sviluppo economico, mentre invece si è presentata in Regione Lombardia.
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Rispetto alla vertenza Modis-Adecco, sollecitare i legali di Ibm a contattare tutti i legali del sindacato che hanno ricevuto mandato dai 300 lavoratori che hanno impugnato la cessione di ramo aziendale.
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Gestire gli esuberi attraverso il Contratto di solidarietà, con percentuali di riduzione del lavoro minime.
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In subordine evitare comunque i licenziamenti unilaterali garantendo la piena volontarietà all’adesione e l’accompagnamento certo alla pensione con l’art.4” legge Fornero.
L’Azienda ha risposto negativamente su tutto, non ritenendo applicabile il contratto di solidarietà per il carattere strutturale degli esuberi e per ragioni tecnico organizzative legate alle peculiarità del settore dei servizi IT nel quale opera IBM e non ritenendo applicabile l’articolo 4 perché ritenuto dall'azienda troppo oneroso.
Per quanto riguarda la proposta sindacale su uscite puramente volontarie, ovvero di non opposizioni al licenziamento, senza alcun vincolo sul raggiungimento del numero degli esuberi dichiarati, come discusso e proposto dalle assemblee dei lavoratori, l’Azienda ha dichiarato che entro il 31 marzo vi sarebbe la possibilità di un accordo basato su un numero inferiore (rispetto a 100) di personale esuberante, ma con l'esigibilità del licenziamento di un numero di lavoratori tale da raggiungere il nuovo obiettivo nel caso il numero dei volontari fosse inferiore a tale numero.
Il Sindacato, visto anche il numero molto basso delle colleghe che potenzialmente potrebbero usufruire dell' “opzioni donna” (6) e di coloro che maturerebbero i requisiti pensionistici entro 12 mesi dopo il termine della mobilità (20), ha ritenuto e ritiene inaccettabili soluzioni basate su licenziamenti di fatto coatti.
Infine, il Sindacato ha proposto all’azienda l’apertura di una campagna pubblica di adesioni volontarie alle uscite con incentivi non inferiori (e possibilmente superiori visto il ridotto periodo di mobilità) a quelli definiti dall’accordo dell'11 dicembre 2014, con una verifica del numero di adesioni da effettuarsi in sede di nuovo incontro già fissato per il 29 marzo p.v.
L’Azienda ha preso atto della proposta sindacale e si è impegnata alla pubblicazione di tale “bando” nel più breve tempo possibile.
Qualora il 29 marzo non ci fossero le condizioni di un possibile accordo che eviterebbe 100 licenziamenti unilaterali, il Coordinamento Nazionale RSU IBM di concerto con le Organizzazioni Sindacali indiranno, sentite le assemblee dei lavoratori, le opportune iniziative di lotta al fine di scongiurare un esito traumatico della procedura.
Come prima iniziativa viene proclamato lo sciopero nazionale per la giornata del 31 marzo 2016, con modalità e presidi decisi nei prossimi giorni.
Fim, Fiom, Uilm nazionali
Coordinamento Nazionale RSU IBM Italia SpA
Roma, 21 marzo 2016