Domenica, 22 Dicembre 2024

DXC Technology presenta al Ministero dello Sviluppo Economico il suo piano industriale

dxc

Giovedì 2 novembre 2017, si è tenuto l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico presenti le Organizzazioni Sindacali Fim, Fiom, Uilm nazionali, il Coordinamento Nazionale delle RSU ES Italia nel quale il management di ES Italia, nelle figure di Lorenzo Greco, quale amministratore delegato per la country italiana e i responsabili HR e del delivery, ha illustrato il Piano Industriale.

Piano triennale e mantenimento dei siti

Il Piano industriale si propone con una strategia triennale nel cui perimetro sono comprese tutte le società dell’universo DX Technology in questo paese, ovvero le componenti ex CSC, quali DXC Technolgy Italia ed Xchanging Italia, e le componenti ex ES, ovvero ES Italia, ES Energy, TechPartner, ES SSC ed anche ES Field Delivery Italia.

L’obiettivo generale prefisso è di procedere progressivamente ad crescita contenuta per il 2020. Ovvero è di invertire l’attuale tendenza che ancora per il 2017 vede soprattutto per il comparto ex ES un calo di fatturato a due cifre percentuali. Significativamente si è dichiarato che il Piano prevede il mantenimento di tutti i siti produttivi nel paese.

La Trasformazione Digitale non è per tutti

Nell’ambito della propria riorganizzazione industriale e di proposizione sul mercato il Piano si pone perfettamente in linea con le intenzioni globali di DX Technolgy ed elegge la questione della Digital Trasformation come l’elemento guida su cui orientare tutte le sue principali strategie. 

Detta in altri termini la trasformazione digitale si pone per DXC, come per le altre imprese del settore, come un elemento di contesto che vede la convergenza di diversi fattori quali l’evoluzione tecnologica di diverse piattaforme prodotto, la standardizzazione e automazione dei processi, l’emergenza di una domanda di mercato che vuole in questi elementi ricercare risposte economiche e veloci.

Ma la questione che il Piano pone con forte evidenza è che ciò che larga parte le lavoratrici e i lavoratori rappresentano per le loro competenze e professionalità non è considerata da DXC adeguata a questi nuovi obiettivi ovvero sono definibili come troppo “tradizionali”.

Si dichiara la necessità di una nuova generazione di addetti. Alla cui costituzione possono anche concorrere i “tradizionali” tramite percorsi di reskilling, sulle cui forme e natura ce tutto da discutere. Ma non è sufficiente perché comunque la composizione della “offerta” lavorativa deve essere comunque velocemente riposizionata in costo e competenza. Allora devono aumentare la componente low cost da impiegare nel paese o fuori dal paese. E i questo senso la dichiarazione fatta nel piano della ripresa delle assunzioni in Tech partner, votata a ruolo di low cost usa e getta del sistema DXC in Italia, è assolutamente funzionale a questo disegno.

span style="text-decoration: underline;" />Se le Organizzazioni Sindacali potevano prendere atto non negativamente che dopo tanti anni si tornava ad una riposizione di un piano di medio e lungo periodo, che si poneva la crescita quale obiettivo e che si manteneva l’assetto dei siti produttivi tuttavia esprimono assoluta contrarietà e preoccupazione per un disegno nel quale si capisce alla fine che non ce posto per tutti e pure quelli che rimangono sono comunque troppo vecchi e troppo costosi.</span></p> <p><span style="text-decoration: underline;">P"r l’anzianità sarebbe il caso che anche le imprese come DXC se ne facessero una ragione che sono proprio le loro organizzazioni datoriali, quali Federmeccanica e Confindustria, ad aver voluto invocare e sostenere l’attuale riforma del sistema previdenziale che fino a prova contraria ritiene sino a 77 anni tutti abili e arruolati.</span>  </p> <p><span style="text-decoration: underline;"><stron">Ristru"turazione aziendale non aspetta</strong></span></p> <p>Se il piano è triennale però per DXC la ristrutturazione non ha tempo per spettare e in merito alle misure di ristrutturazione presentate è sono state annunciate le seguenti intenzioni.</p> <p>- Avviare il confronto sugli ammortizzatori sociali di cui non è stata resa nota né la natura né la dimensione. D'altronde non sono neanche stati resi noti i numeri delle attese lavori, numeri che evidentemente qualcuno si riserva di presentare all’eventuale tavolo negoziale;</p> <p>- Concludere entro sei mesi, ove se ne determinassero le possibilità, una operazione di fuori uscita di 250 addetti, di cui 150 metalmeccanici, previo procedura cessione di rami di azienda. Non è noto l’eventuale “partner” ne l’impatto dei non metalmeccanici;</p> <p>- Trasferire da Roma a Milano gli addetti delle attività FAM.</p> <p>Le Organizzazioni Sindacali alla luce di tutti questi elementi ritengono possibile e necessario esprimere le seguenti valutazioni.</p> <p>- Appare chiaro che il prezzo pagato in questi anni sia a fronte delle complesse operazioni industriali e sia sul fronte negoziale, con la ridefinizione di un integrativo che è stata dolorosa e costosa per le lavoratrici e i lavoratori, non ha trovato nella storia di questo management la capacità di riposizionare fin da ora lo stato dell’azienda che anche nel 2017 segna una flessione secca negli affari;</p> <p>- Non è possibile immaginare che una impresa possa agire con disinvoltura tra strumenti di ammortizzazione sociale, che hanno una finalità che è ispirata alla conservazione dei posti di lavoro, e contestualmente pensare di agire con le operazioni industriali. Operazioni che fra l’annunciata AT&T e con l’ultima i intenzione dichiarata nel piano vuol far viaggiare già a 210 l’uscita degli addetti. E siamo ai primi mesi di vita di DXC;</p> <p>- Che comunque anche se si giungesse a riequilibrare diversamente questo contesto l’impresa non può immaginare che questa rappresentanza vada a sottoscrivere atti o accordi che possono essere anche convincenti nella loro singolarità ma che di fatto diventino la leva per consentire alle dimissioni “spintanee” di chi si intende deportare da Roma a Milano. Dopo tre ore di dichiarazioni sugli inarrestabili destini della trasformazione digitale appare ovvio che dichiarare di spostare 10 persone con il problema della loro capacità ed efficienza produttiva non centra nulla. L’intenzione è di buttarli fuori. Questo è un macigno che ostruisce qualsiasi percorso;</p> <p>- Convinti che il confronto non possa essersi considerato concluso abbiamo chiesto di proseguire in sede aziendale al massimo livello tutti i chiarimenti e gli approfondimenti necessari sul Piano Industriale.</p> <p>Le parti si sono dati l’impegno di incontrarsi nuovamente il 17 novembre. Le Organizzazioni Sindacali ed il Coordinamento Nazionale delle RSU si incontreranno il giorno prima per fare il punto della situazione ed approfondire tutte le valutazioni necessarie.</p> <p /><span style="text-decoration: underline;" />E’ impegno delle rappresentanze sindacali convocare "rima di quella data le assemblee in tutti i siti produttivi per condividere le valutazioni sul piano e della nuova fase che si è aperta in azienda.</span></p> <p> </p> <p>  <strong>FIM, FIOM, UILM NAZIONALI</strong></p> <p><strong>Coordinamento Nazionale Fim, Fiom, Uilm</strong></p> <p><strong>ES Service Italia – DXC Technology Italia</strong></p> <p> </p> <p> </p> <p><em>Roma, 6 novembre 2017</em></p>""""

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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