La condizione di paralisi determinata dall’assenza di personale di cancelleria nei tribunali italiani è drammatica, non si contano più ormai i presidenti e i procuratori che lanciano allarmi quotidiani sui ritardi e sull’impossibilità a rendere giustizia.
Il ministro Orlando, così come i ministri dei governi precedenti, rassicura continuamente sulla volontà di procedere rapidamente a coprire quei buchi di organico che ormai, dopo venti anni senza concorsi pubblici, sono diventati voragini.
Per farlo ci vorrà un concorso che ad oggi ancora non è chiaro quando verrà svolto e l’utilizzo del personale delle province in mobilità (che però procede molto lentamente e sarà insufficiente). Ciò significa che per molto tempo ancora, se non si troveranno soluzioni alternative, la condizione di lentezza e inefficienza della giustizia in Italia rimarrà tale.
Stupisce l’inerzia del Governo, che si dice molto attento allo sviluppo e agli aspetti reputazionali del Paese ad operare con immediati interventi sul tema, visto che tutti gli organismi internazionali mettono i ritardi dei tempi della giustizia ai primi posti dei motivi per cui non si investe in Italia.
Stupisce ancora di più quando si ha a portata di mano una soluzione che potrebbe dare risposte efficaci in attesa di vedere realizzati gli impegni del Governo. Nei tribunali infatti svolgono la loro attività a sostegno del ridotto personale diretto, i cosiddetti “precari della giustizia”, lavoratori cassaintegrati, in mobilità, disoccupati ed inoccupati (circa 200 provengono dalla vertenza Agile ex Eutelia).
I tirocini sono iniziati attraverso la sottoscrizione di convenzioni e protocolli d’intesa tra gli uffici giudiziari e le province o regioni, al fine di tamponare la gravissima situazione di carenza di organico (circa 9.000 unità) e sono risultati utili a consentire la prosecuzione delle attività giudiziarie, tanto che in alcuni casi i tirocinanti hanno garantito la funzionalità degli uffici privi di personale di ruolo con encomi e riconoscimenti vari (Presidente della Corte di cassazione, Procuratore generale della Corte di cassazione, Presidenti delle corti di appello, Presidenti dei tribunali e Dirigenti amministrativi).
Per le loro esperienze professionali pregresse gli stessi lavoratori potrebbero anche supportare la digitalizzazione dei tribunali e la formazione del personale diretto del Ministero della Giustizia.
Riteniamo quindi la prosecuzione e la valorizzazione dei tirocini l’unica soluzione a supporto dell’attività dei tribunali, in attesa che il Governo metta in atto quelle misure volte a risolvere definitivamente il problema.
Ulteriori ritardi ed omissioni su questo punto sarebbero incomprensibili alla luce dello stato e delle condizioni dei tribunali italiani e, non ultimo, ai milioni di cittadini che aspettano anni per un diritto che in tutta Europa viene esercitato in tempi notevolmente più rapidi e certi.
Per questo torniamo a richiedere l’attivazione del tavolo di confronto per discutere dell’attività in oggetto, delle possibili implementazioni e delle prospettive delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati da anni in questa attività.
FIOM NAZIONALE
Roma, 13 giugno 2016