Lunedì, 23 Dicembre 2024

25 Aprile, 1 Maggio, ogni giorno le donne sono sempre presenti

Ci avviciniamo alla celebrazione del 25 Aprile, festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e della Resistenza. Quest’anno vorremo fortemente sottolineare il ruolo svolto dalle Donne durante gli anni “bui” del fascismo, e quanto il loro contributo sia stato fondamentale nella Resistenza e durante tutta la lotta di Liberazione.

Durante i due conflitti mondiali del ‘900 le esigenze relative alla produzione bellica e la necessità di cospicue masse di uomini da inviare al fronte, aprirono le porte delle fabbriche e delle attività tradizionalmente destinate agli uomini a rilevanti schiere di donne che si sobbarcarono l’enorme fatica di aggiungere alle loro tradizionali attività anche quelle della produzione, il più delle volte fisicamente impegnative, nelle fabbriche.

Abbiamo davanti agli occhi le immagini dei filmati di donne che guidano i tram cittadini, che si occupano della pulizia delle strade e della consegna della posta, che volteggiano abili e veloci tra i volani delle macchine utensili nei reparti di produzione delle fabbriche. Non ci sono più gli uomini, gli uomini sono al fronte in guerra. Ma le donne dimostrano di saper prendere il loro posto. Non si tirano indietro, non sono seconde a nessuno per forza, capacità ed abnegazione.

E lo stesso possiamo dire per una guerra diversa, una guerra non convenzionale ma non per questo meno cruenta e pericolosa: la guerra di Liberazione dal nazifascismo, la Resistenza! Una guerra il cui scopo è riconquistare la Libertà e la Giustizia, scacciare l’occupante nazista e sconfiggere per sempre ciò che resta del fascismo. Questa volta non si tratta di condurre un tram o rettificare su di un tornio l’ogiva di un proiettile, ma di trasmettere ordini per le formazioni partigiane, di combattere, di soccorrere i feriti, di assistere i familiari dei caduti e di dare un importante contributo organizzativo e politico alla conduzione della guerra. Le donne non si tirarono indietro, ci furono e dimostrarono il loro valore. Lo testimonia il lungo, molto lungo, elenco dei caduti il cui nome è di genere femminile. Lo testimonia il glorioso albo delle medaglie al valore assegnate alle eroine della Resistenza.

Con la fine della guerra fu chiesto loro di “tornare al focolare” per occuparsi di casa e famiglia ma il processo di emancipazione non poteva tornare indietro. La coscienza acquisita proietta le donne verso nuovi ruoli all’interno della società, apre la strada a nuovi orizzonti di pariteticità. E quindi non più gerarchie preconcette di compiti, di ruoli, di capacità, per approdare finalmente all’obiettivo della parità tra uomo e donna: sia sui diritti e sia salariale.

L’ art. 37 della Costituzione comma 1° recita: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”. E ancora l’art. 28 del dlgs 198/2006 stabilisce: “La lavoratrice ha diritto alla stessa retribuzione del lavoratore quando le prestazioni richieste siano uguali o di pari valore”. Ma così non è.

Nonostante Il livello di emancipazione femminile sia notevolmente cresciuto negli ultimi quarant’anni, il quadro che emerge dal nostro Paese e, ci duole dirlo, anche nella nostra Azienda continua ad essere quello di disuguaglianze a vari livelli che registrano per le donne minore accesso alle figure apicali, carriere discontinue, segregazione professionale e stipendi più bassi.

Non è una percezione ma è un dato di fatto: le donne sono svantaggiate rispetto agli uomini sulla possibilità di trovare lavoro e di progredire nella carriera.

Se poi parliamo di maternità e della necessità di seguire i figli (che sono un bene comune di entrambi i genitori) non troviamo incentivi e sostegni, ma troviamo forti penalizzazioni a chi usufruisce del part-time e forti resistenze nel concederlo, nonostante in alcune professioni si lavori per obiettivi e si sia dimostrato che si è produttivi anche lavorando meno ore. E allora è necessario passare dal concetto di maternità a quello di genitorialità superando la contrapposizione uomo-donna basata sul tempo da destinare al lavoro retribuito, incoraggiare gli uomini a dedicarsi maggiormente alle attività familiari e casalinghe, tradizionalmente in carico alle donne.

E’ con questo spirito che parteciperemo al prossimo 1^ Maggio, Festa del lavoro delle donne e degli uomini, Festa dei lavoratori in completa parità di trattamento.

Occupiamoci insieme della Piattaforma Integrativa Leonardo dove abbiamo dedicato un intero capitolo alle pari opportunità con l’intenzione di sostenere le dipendenti Leonardo e ridurre l’esistente disparità uomini donne.

 

Coordinamento Donne Fiom Leonardo

16 aprile 2019

 

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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