Intervenendo all'assemblea degli azionisti in corso a Trieste, l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha confermato il pieno di commesse fino e oltre il 2026 e i problemi di gestione del gruppo che, nonostante un utilizzo smisurato degli appalti in funzione di minori diritti normativi e di salario per i lavoratori, impediscono l'aumento della redditività. Inoltre, parlando dell'integrativo di gruppo, l'ad ha affermato che è in corso un lungo negoziato sul quale auspica un accordo di partecipazione.
Per Bruno Papignani, coordinatore Fiom per la cantieristica, "è grave che Giuseppe Bono ometta che allo stato non c'è nessun negoziato in corso, interrotto dall'azienda che, scimmiottando Marchionne, il 28 aprile scorso ha presentato a Fim, Fiom e Uilm un documento chiedendo loro di sottoscriverlo, con l'obiettivo di dividere i sindacati e i lavoratori con un accordo separato teso ad escludere la Fiom".
"Obiettivo - continua - al quale Bono non ha ancora rinunciato, utilizzando per questo scopo una delegazione trattante con funzione perditempo e non predisposta a negoziare. Una visione miope, perché senza un testo condiviso ma con un accordo separato e non votato da tutti i lavoratori con un voto vincolante, si produrrebbero solo conflitti di lunga durata e non partecipazione."
"La Fiom - conclude Papignani - dopo la rottura operata da Fincantieri si augura che le assemblee e gli scioperi che inizieranno la prossima settimana in tutti i cantieri siano unitarie, anche se allo stato Fim e Uilm non hanno dato una risposta al nostro invito, dimostrando l’influenza anche sul sindacato dell'amministratore delegato e la sua capacità di seminare zizzania."
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 19 maggio 2016