Bruno Papignani, responsabile Fiom-Cgil per Fincantieri, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
La prossima riunione del coordinamento Fiom di Fincantieri si terrà il 16 settembre 2015 prossimo a Palermo. La decisione è stata presa ieri a Mestre, al termine di una riunione delle strutture Fiom interessate a Fincantieri.
La scelta di effettuare il coordinamento a Palermo vuole sottolineare la grande preoccupazione della Fiom sulle reali intenzioni del gruppo circa la distribuzione delle commesse e la tenuta occupazionale dei cantieri di Palermo, Castellammare di Stabia e della controllata Isotta Fraschini di Bari.
Il coordinamento discuterà anche su quali azioni e quale atteggiamento adottare nei riguardi di Fincantieri, che da luglio ha interrotto il negoziato sull'integrativo senza prevedere nessun incontro e ripetendo le assurde pretese aziendali che mettono in discussione gli attuali assetti industriali attraverso spezzatini, delocalizzazioni, appalti e subappalti – con accertate sacche di illegalità – che sono la causa, insieme ad una organizzazione del lavoro sbagliata, di inefficienza, scarsa redditività e produttività che l'azienda tende a scaricare sui lavoratori. Inoltre, per la Fiom è inaccettabile la perdita per i lavoratori di migliaia di euro l'anno a seguito della disdetta degli accordi da parte di Fincantieri e se questo problema non viene risolto in tempi rapidi reagiremo con una forte mobilitazione.
Il coordinamento Fiom avrà anche il compito di avanzare, in coerenza con la piattaforma, proposte in grado di equilibrare le giuste esigenze dei lavoratori e quelle di Fincantieri per fare fronte alle commesse acquisite, a differenza dell'atteggiamento del gruppo dirigente aziendale, che insiste sulle rappresaglie sindacali contro la Fiom senza affrontare i reali problemi del gruppo.
Occorre una svolta rapida altrimenti Fincantieri avrà la responsabilità di mettere in discussione il futuro della cantieristica italiana, nonostante il maggior azionista sia il ministero del Tesoro. Questo non possiamo permettercelo e non lo accetteremo.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 3 settembre 2015