FCA e CNHi anche quest’anno comunicano ai sindacati firmatari del Contratto collettivo specifico di lavoro i risultati, stabilimento per stabilimento, dell’applicazione del Wcm. Sulla base di questi risultati la direzione aziendale comunicherà se i lavoratori di ogni singolo stabilimento hanno fatto abbastanza efficienza, ridotto i costi e fatto risparmiare l’azienda, per raggiungere la soglia utile a ricevere l’«elemento retributivo per efficienza».
Anche quest’anno si ripete la «roulette russa» del premio. Negli stabilimenti i lavoratori non sanno nulla del mix di obiettivi che la direzione di stabilimento si è prefissata per raggiungere il premio, inoltre siccome il primo parametro di riferimento è la riduzione dei costi si ripeterà l’assurda situazione già vista negli anni precedenti, per cui la ragione per la quale il «bonus» è basso o addirittura non viene raggiunto è perché l’azienda ha comandato gli straordinari e questo ha fatto lievitare i costi di produzione.
Anche quest’anno non c’è nessun confronto negoziale tra azienda e sindacati firmatari e la Fiom non è stata neanche convocata per essere informata. L’azienda comunicherà quali lavoratori saranno tra i «premiati» e quali no.
Il sistema «retributivo per efficienza» pagato a febbraio non è il risultato della redistribuzione di quanto guadagnato dall’azienda, ma di quanto in parte risparmiato dall’azienda nel singolo stabilimento.
I risultati finanziari conseguiti dal management hanno garantito utili altissimi alla proprietà, mentre per molti lavoratori italiani permangono i problemi salariali legati agli ammortizzatori sociali che pesano ogni mese sulle buste paga.
Un sistema del premio che quest'anno ha colpito le lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti Cnhi di San Mauro, Lecce, Foggia, Brescia mezzi speciali e Magneti Marelli di Napoli, che non vedranno un euro in più.
Accade spesso che dove i lavoratori sono sottoposti agli ammortizzatori sociali il premio calcolato è più alto ma solo nominalmente, perché poi deve essere riparametrato sulla base della maturazione del rateo (aver lavorato almeno la metà dei giorni lavorabili), mentre dove si lavora molto per problemi produttivi o di organizzazione del lavoro (straordinari comandati) non si raggiungono i parametri di efficienza e quindi si percepisce un premio basso o in alcuni casi non lo si percepisce proprio.
La Fiom ritiene urgente aprire un confronto sul salario in FCA e CNHi a partire da:
- aumento dei minimi tabellari ai minimi degli altri metalmeccanici a cui si applica il contratto nazionale, come recita la nostra Costituzione;
- confronto su un sistema premiante che parta dal riconoscimento del lavoro delle persone, della qualità, della reale partecipazione al miglioramento dell’organizzazione e condizione di lavoro e non dal solo risparmio aziendale;
- confronto su un sistema premiante che garantisca e non penalizzi i lavoratori rispetto alla mancata saturazione degli stabilimenti per scelte industriali aziendali;
- aumento della quota versata dall’azienda al fondo previdenziale Cometa per adeguarla a quanto versano le altre azienda metalmeccaniche;
- confronto per passaggio\adeguamento dal fondo sanitario Fasif a Metasalute dove il premio è pagato dall’azienda e sono garantite le prestazioni che oggi non sono assicurate ai lavoratori FCA e CNHi che non pagano la quota a Fasif.
In questi anni non abbiamo solo criticato il «sistema Fiat», abbiamo - e continuiamo a fare - proposte per cambiare, perché così non è possibile andare avanti. I lavoratori hanno visto aumentare il valore del prodotto, ridurre le pause, aumentare le saturazioni, aumentare i volumi per ora lavorata, aumentare la prestazione lavorativa con investimento della propria intelligenza, tutto questo valore lavorato, prodotto dove è finito?
Non certo nelle tasche, nel tempo liberato dei lavoratori. FCA e CNHi hanno raggiunto gli obiettivi finanziari per i quali è pagato il management, ma quei risultati senza i lavoratori in produzione, logistica, ricerca e sviluppo, enti centrali non sarebbero stati possibili. La Fiom terrà assemblee con l’obiettivo di aprire un negoziato vero in cui siano i lavoratori protagonisti della contrattazione del salario, dell’orario e delle condizioni di lavoro.