CNHi attraversa da alcuni anni un processo di riorganizzazione e ristrutturazione degli stabilimenti europei che è oggetto di un confronto continuo nel Comitato Aziendale Europeo, e che negli anni ha avuto un impatto pesante per le lavoratrici e i lavoratori anche degli stabilimenti italiani. CNHi. nonostante un andamento alterno dei mercati interessati dalle produzioni, ha mantenuto un rendimento per gli azionisti, e a conferma che il giudizio dei mercati finanziari sia positivo l'ultima emissione di bond dell'azienda, nonostante un basso rendimento, ha trovato una domanda eccedente. Proprietà e azionisti non hanno perso nulla nel corso degli ultimi anni.
Le lavoratrici e i lavoratori non hanno vissuto nella stessa situazione.
Le produzioni per il trasporto di persone e merci e i veicoli speciali non hanno ancora garantito una definitiva conclusione del piano, e il lancio dei modelli ha raggiunto risultati a macchia di leopardo, infatti ad oggi c'è la necessità di un pieno e definitivo rilancio a partire dallo stabilimento di Brescia, che stabilizzi il lavoro e la sua organizzazione in un confronto costante con i lavoratori. A Suzzara vista la conferma della stabilizzazione in corso dei volumi è necessario trasformare a tempo indeterminato i lavoratori precari e dare seguito concreto alle proposte utili avanzate dai lavoratori sull'organizzazione del lavoro.
Le produzioni per le macchine agricole, che coinvolgono in Italia direttamente lo stabilimento di Jesi, hanno avuto un calo nel corso degli ultimi anni, tanto che il prolungarsi della crisi avrebbe potuto, in assenza di nuovi modelli, portare al contratto di solidarietà. Oggi, la ripresa dei volumi - non ancora sufficiente a superare definitivamente le incertezze - e la riorganizzazione del lavoro devono essere oggetto di un confronto serrato, per evitare che errori organizzativi richiedano lavoro straordinario.
Le produzioni di macchine per le costruzioni sono divise su due stabilimenti, San Mauro e Lecce. Nel primo si sono conclusi gli investimenti per le nuove produzioni di escavatori, nel secondo è stata aggiunta la produzione proveniente da Berlino ma senza ricadute positive occupazionali.
Gli stabilimenti di Foggia, Modena e Torino sono attraversati, rispettivamente, il primo da un aumento dei volumi senza gli investimenti adeguati e la stabilizzazione dei lavoratori precari, mentre per Modena e Torino è essenziale una ripresa del confronto costante sulla organizzazione del lavoro.
Infine, la ripresa dei volumi per gli stabilimenti che producono veicoli di difesa dovrebbe invertire la tendenza per gli stabilimenti interessati.
La Fiom propone un rilancio alla Direzione aziendale, fatta di investimenti sui prodotti e sui processi per migliorare le condizioni di lavoro utile a consolidare i volumi e la conseguente occupazione, le fasi alterne dei mercati, l'effetto a fasi alterne sui volumi produttivi e le scelte organizzative hanno pesato sui lavoratori della CNHi.
La Fiom propone un rilancio partendo dal ruolo centrale dei lavoratori, dal loro ascolto e confronto con la direzione aziendale sui problemi di organizzazione del lavoro: il rilancio passa dagli investimenti sugli stabilimenti per innovare e garantire la salute e la sicurezza. Inoltre, c'è la necessità che il governo incentivi con l'azienda la ricerca e sviluppo di prodotti tecnologicamente sempre più avanzati e eco-compatibili. Questa è la strada che proponiamo per garantire e implementare l'occupazione. Infine, è prioritario che le lavoratrici e i lavoratori vedano riconosciuto un aumento salariale visto che, ad oggi, la loro paga base è inferiore a quella di tutti gli altri metalmeccanici.
Fiom nazionale
Roma, 6 settembre 2017