Le notizie che si sono alternate sul futuro della Magneti Marelli con un susseguirsi di indiscrezioni, dalla vendita – in tutto o in parte – allo scorporo, stanno provocando preoccupazione e incertezza tra i lavoratori. La ragione è nella assoluta mancanza di informazioni ufficiali dalla direzione aziendale.
Quale siano i propositi della proprietà sul futuro di un gruppo che è composto da stabilimenti con diverse vocazioni – dallo stampaggio plastica (quasi tutto internalizzato o ceduto a terzi) al lighting, dai sistemi sospensioni alla componentistica per il motore anche ibrido o elettrico – non è stato formalizzato, ma è evidente che la situazione nel giro di poco tempo non sarà quella che c'è oggi. Nel corso degli anni i lavoratori della Magneti Marelli hanno permesso al gruppo di costruirsi uno spazio e un valore nel mercato molto competitivo della componentistica, rovesciando il rapporto di dipendenza da Fiat che oggi assorbe circa il 40% delle produzioni, mentre il 60% dei componenti è prodotto per altri costruttori. Il gruppo Magneti Marelli ha circa 43.000 dipendenti in 86 stabilimenti e 16 centri di ricerca nel mondo, un fatturato da 7,9 mld di euro, con una marginalità del 5%: numeri che sono cresciuti negli anni e che la rendono interessante per altre multinazionali dei settori in cui opera. Lo scorporo da Fca non è più una remota ipotesi, ma una certezza.
La strada tracciata sembrerebbe essere la stessa già percorsa dalla Ferrari: scorporo con l'obiettivo di alleggerire il debito e collocazione sul mercato, confermando la proprietà sino ad un eventuale opportunità di vendita.
La Fiom ritiene indispensabile la calendarizzazione di un confronto tra azienda e organizzazioni sindacali a tutti i livelli: dal Comitato aziendale europeo fino al singolo stabilimento, passando per il piano nazionale, perché le lavoratrici e i lavoratori hanno il diritto di sapere le strategie aziendali e avere una propria posizione.
La Magneti Marelli, nel mondo della componentistica, ha una centralità per i componenti degli stabilimenti di assemblaggio, ma una importanza strategica frutto del valore aggiunto prodotto dall'innovazione, in particolare nel lighting e nei componenti dall'iniezione ai motori alternativi ibridi o elettrici. La Fiom è contraria a qualsiasi ipotesi di spezzatino, su cui il silenzio del governo è assordante. Invece, la strada per garantire i lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani, è che si investa in ricerca e sviluppo, anche con risorse pubbliche, per l'implementazione del lighting anche in altri settori, per la produzione del motore ibrido ed elettrico per il resto del gruppo, continuando nella diversificazione dei clienti. Per la Fiom è necessario che sia sui modelli di auto in produzione che su quelli che saranno lanciati con il nuovo piano industriale, siano previste motorizzazioni ibride ed elettriche la cui produzione sia allocata in Italia. Proponiamo, anche alle altre organizzazioni sindacali, di aprire un confronto con la direzione di Fca e il governo in vista delle nuove normative europee sulle emissioni e dei rapidi cambiamenti tecnologici del settore, per raggiungere un'intesa che investa risorse pubbliche e private per una “rivoluzione verde e sicura della mobilità” in Italia, che oltre a garantire il lavoro, uscendo definitivamente dalle incertezze, punti su una implementazione dell'occupazione. Per la Fiom il futuro dei lavoratori della Magneti Marelli non è in borsa, ma nella scelta strategica della innovazione di prodotto e inclusione dei lavoratori nel confronto.
Fiom nazionale
Roma, 6 settembre 2017