Martedì, 05 Novembre 2024

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Cambiare le pensioni adesso

Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo di aprire un tavolo di confronto

L'intervento di Pamela Fiorini, delegata Fiom-Cgil alla VM di Cento (Ferrara), all'iniziativa “Cambiare le pensioni adesso” per rilanciare la mobilitazione e chiedere al governo la data di avvio del confronto sulla riforma che supererà la legge Fornero. 

 

Sono entrata in officina a 19 anni, negli stessi giorni, in cui mio padre andava in pensione, a 50 anni, 36 dei quali passati come saldatore. Ricordo che pensavo, sognavo, immaginavo, come sarei arrivata io, alla sua età, ed esser prossima alla pensione.

Ebbene… ora ho 50 anni, 11 dei quali passati in fonderia e 20 passati tra torni e rettifiche in uno stabilimento Fca. Luoghi di lavoro duri, pesanti, insalubri, sporchi. Non solo per una donna, per tutti!

Da quei giorni a oggi son passate riforme pensionistiche che hanno, non solo allungato la vita lavorativa, ma con calcoli algebrici e complessi, hanno abbassato e ridotto le retribuzioni pensionistiche. Dalla metà degli anni Novanta, con la prima Riforma Dini, hanno cominciato a invertire la rotta, di quel sistema pensionistico solidale, a cui il Paese Italia era abituato. Sono sincera, non ci feci caso allora. Non gli diedi il giusto peso e la giusta preoccupazione. Era lontanissima la mia pensione, e come me, fecero tanti altri. Oggi, ho 50 anni e la mia uscita, sarà forse, tra 14/15 anni. Dopo 30 anni di lavoro, di turni, di doppi carichi familiari e di vita, di tecnologia che avanza in maniera travolgente, posso dirvi che è difficile, pensare al mio futuro lavorativo, su quelle macchine utensili.

La fabbrica, ma anche un ufficio pubblico, un asilo, un cantiere, una mensa, un laboratorio tessile, sono luoghi di lavoro impegnativi a 50 anni. Il fisico e la mente non riescono a stare al passo delle richieste che il mondo del lavoro richiede e pretende. Serve guardare alla mia generazione con un’idea di salvaguardia dell’individuo, della persona.

Regole semplici per poter uscire volontariamente dal mondo del lavoro. Uscite accessibili a tutti, senza cavilli e requisiti contorti, per scoraggiarci; anni di contribuzione sicuri, da non rincorrere; uno scambio generazionale vero, come quello che ci fu tra me e il mio papà, ma soprattutto pretendere la responsabilità sociale, da parte delle imprese. 

Questo Paese sta facendo tanto per le Imprese: sgravi fiscali per i nuovi insediamenti, decontribuzioni per le assunzioni, ammortizzatori sociali per le crisi di settore e le ristrutturazioni, incentivi alle innovazioni e Industria 4.0 per affrontare il processo di trasformazione industriale, corsi di formazione per ricollocare i lavoratori ecc.

E in cambio? Nulla!

I padroni continuano a sfruttare la fame di lavoro, vengono, prendono, precarizzano, frammentano, sfruttano, copiano, prosciugano... E poi se ne vanno.

È tempo che il Sindacato, ma soprattutto la classe politica dirigente, ne chieda conto.

Allora oltre a regole e requisiti semplici, chiari e certi, oltre che retribuzioni di lavoro, ma anche pensionistiche dignitose, ci siano anche finanziamenti dalle imprese per gli scambi generazionali e gli accompagnamenti alla pensione, con i contratti d’espansione e come succede nel Nord Europa, con le imprese in sinergia con gli Stati e i Governi.

Servono leggi nuove per riformare il sistema pensionistico, ma soprattutto per affrontare e far assumere la responsabilità sociale alle imprese, verso tutto l’intero Paese.

 

4 maggio 2021

 

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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