Sono delegata sindacale Fiom dal 2010 in Electrolux di Forlì e da allora il mondo del lavoro è cambiato notevolmente.
La crisi in electrolux è iniziata nel 2008, ebbe il suo culmine nel 2014, anno in cui lo stabilimento di Porcia rischiava la chiusura a causa delle delocalizzazioni. Con una lotta di 64 giorni di presidio giorno e notte si riuscì ad aprire un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, dove si firmò un accordo che mise in salvo non solo Porcia ma tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo.
Da lì la ripresa. Gli investimenti negli stabilimenti portarono gradualmente alla ripresa dei volumi di tutti i siti meno che del sito di Solaro in Lombardia dove si producono lavastoviglie, sito che aveva vissuto in poco tempo la perdita di volumi e che poco prima della pandemia si trovava in uno stato di enorme difficoltà.
Negli anni passati abbiamo visto gli stabilimenti cambiare, fabbrica 4.0 è cresciuta intorno agli operai, le innovazioni tecnologiche e la robotica hanno però decimato i posti di lavoro.
La fabbrica di Forlì dal 2014, poco a poco, ha ripreso volumi fino ad arrivare alla fine del 2017 quando l’azienda informò le rsu di stabilimento che si tornava ad assumere.
La gioia fu tanta, ritornare ad assumere dopo anni di crisi di lotte e di cassa integrazione voleva dire girare pagina e ripartire. I primi ragazzi assunti erano una decina e vennero presi per 2 settimane, non erano interinali erano dipendenti di Electrolux, con tutti i diritti che ha qualsiasi dipendente, poi i volumi crebbero e si continuò ad assumere.
Fino alla pandemia e dopo la chiusura totale di 2 mesi e senza nessuna apparente logica di mercato, alla riapertura, i volumi sono ripartiti e nel giro di pochi mesi sono cresciuti fino a farci recuperare i volumi persi nei 2 mesi di chiusura. Si continua così ad assumere fino ad avere anche circa 200 terministi, tutti però precari, perché è vero che in tre anni Electrolux ha stabilizzato 42 terministi passandoli a tempo indeterminato ma è anche vero che tutti gli altri vengono assunti, staccati, riassunti con le causali e quant’altro.
Al giorno d’oggi il mondo del lavoro è diventato per le assunzioni una giungla dove la certezza di passare “fisso” è solo un miraggio, un miraggio che però per quei lavoratori diventa una meta perché, ancora oggi, riuscire a essere stabilizzati nella grande industria è sicuramente il sogno di molti, essere fissi ti dà la possibilità di accedere a mutui, mettere su famiglia e garantirti una certa stabilità economica.
Arriviamo alla trattativa sull’integrativo, il contratto di secondo livello di Electrolux. Una trattativa che dura più di un anno e mezzo. Nelle trattative è sempre un dare e un avere e sei cosciente che davanti hai una multinazionale che sa fare il suo lavoro. Dopo gli ultimi tre giorni complicati si arriva alla firma dell’accordo che dovrà essere votato dai dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani.
I punti cruciali dell’accordo si possono riassumere in poche parole: salario, flessibilità e stabilizzazioni.
Si chiude l’accordo con un aumento dei premi di risultato di circa 700/800 euro, si aumentano gli anticipi mensili di 42 euro portandoli così a 120 euro. Si ottiene la stabilizzazione di 108 terministi e la riduzione a 24 delle ore "comandabili" di straordinario sabatino in quota esente, contro le 80 ore previste dal Contratto nazionale. Di contro l’azienda potrà usufruire dei suoi 5 giorni di permessi annui retribuiti per gestire cali di lavoro, andando, se serve, a 6 ore e coprendo le 2 ore restanti con i permessi frazionati, con preavviso di almeno 6 giorni e solo su base settimanale.
Io ho firmato e sono convinta della mia scelta, mi guardo intorno e nonostante la crisi che c’è, causata dai danni della pandemia, noi portiamo a casa non solo un aumento salariale ma anche le 30 stabilizzazioni nel nostro stabilimento, stabilizzazioni che noi delegati Fiom abbiamo fortemente voluto e ottenuto. 24 ore di straordinario lo so che pesano, ma a mio avviso è un sacrificio accettabile se serve a dare stabilità a 30 lavoratori.
Come in tutti gli accordi c’è sempre qualcuno, che stando con le braccia conserte, è bravissimo a urlare che fa tutto schifo e che chi ha firmato è un venduto ma di una cosa sono certa, che se passerà il sì a quest’accordo, oltre a un aumento dei premi e degli anticipi mensili, per i futuri Primo maggio ci saranno 30 stabilizzati a Forlì, 30 a Porcia, 10 a Solaro, 20 a Susegana e 18 a Cerreto che avranno qualcosa di concreto per cui festeggiare.
Buon Primo Maggio a tutti coloro che credono che il lavoro sia un diritto per chiunque!
1° maggio 2021