«Ora si creino le condizioni per riempire gli stabilimenti italiani e incrementare l’occupazione con l'ingresso di giovani». Per Francesca Re David, segretaria nazionale della Fiom, questa è una delle questioni che i sindacati italiani devono porre a Tavares durante la prima riunione in programma oggi. «È importante che il nuovo amministratore delegato abbia fissato un incontro in tempi rapidi. È un atto di valorizzazione dei lavoratori, della loro storia e delle loro competenze. Atto importante soprattutto se seguirà l'idea di una costruzione di relazioni sindacali che abbiano poi uno sviluppo nel tempo, ad iniziare dal piano industriale che è tutto da scrivere, vedere, conoscere e capire».
Re David, cosa dirà a Tavares?
«Gli farò presente che in Italia c'è un potenziale enorme, una filiera importante, composta da stabilimenti di assemblaggio, di produzione motori e di indotto legato a Fca. Un insieme che ha passato anni di grandi sofferenze. Lasciando perdere il dato del 2020, nel 2019 si sono accumulate 11 milioni di ore di cassa integrazione. Cifra che fotografa la situazione. C'è una potenzialità enorme sottoutìlizzata».
A quanto ammonta il gap?
«Siamo al 50 per cento della capacità installata a livello italiano. Una capacità non solo produttiva, ma di ricerca e innovazione che in questo Paese va recuperata».
Tavares ha detto che non chiuderà stabilimenti. È credibile?
«C'è la possibilità di valorizzare e di riempire gli stabilimenti italiani guardando al futuro, assumendo giovani. Si devono creare però le condizioni e Stellantis come nuovo gruppo hal e dimensioni e la potenzialità per raggiungere il traguardo. Lo ha detto Elkann e lo ha ripetuto Tavares, questa è un'operazione che guarda alla crescita, all'innovazione e alla nuova mobilità. L'ad ha dato rassicurazioni, bisogna poi vedere i progetti e i fatti concreti, anche se ha iniziato mettendo l'accento sugli aspetti espansivi».
Il governo francese è nel capitale di Stellantis, da quello italiano cosa vi aspettate?
«Che segua l'esempio francese e tedesco, che non lasci che il mercato si autoregolamenti da solo, ma che punti sugli asset e sui settori strategici. L'auto, una filiera che occupa 250 mila persone in Italia, è uno di questi. Il momento di debolezza del governo non aiuta, ma non può non intervenire su una delle più importanti operazioni industriali a livello europeo e mondiale. Va aperto un tavolo per discutere di lavoro, ambiente, investimenti su mobilità, transizione energetica e nuovi motori, oltre a infrastrutture. Non si può più rimandare».