Con il mese di luglio si sono concluse le elezioni degli Rls a Mirafiori; ciò è avvenuto nel silenzio iniziale dei sindacati firmatari degli accordi Fiat,in particolare di Fim e Uilm con un comportamento quasi disinteressato teso a dimostrare la poca importanza del voto, ma in realtà, consapevoli che la presenza della Fiom avrebbe comunque avuto effetti “destabilizzanti” rispetto alle recenti elezioni delle Rsa che hanno escluso la Fiom.
Questo atteggiamento era teso anche a dimostrare il consenso dei lavoratori al nuovo piano Fiat oltre che sulla nuova proposta retributiva fatta subito propria dai sindacati firmatari, senza alcun coinvolgimento dei diretti interessati che sono i lavoratori.
Si ripropone con questo modo di agire un sindacato da una parte totalmente subalterno alle decisioni dell’impresa e dall’altra “padrone” nel rapporto con le lavoratrici e lavoratori che si appropria e sequestra gli strumenti di democrazia diretta senza chiedere nulla a loro, nell’idea di considerarli esseri inferiori sopra i quali deve sovrastare una “entità” superiore senza alcuna verifica sul suo operato.
Un sindacato istituzionale- autoritario al servizio delle esigenze primarie dell’impresa, una violenza inaudita e senza precedenti allo strumento della democrazia.
Nei sei mesi da gennaio a oggi nel sito di Mirafiori la Fiom ha svolto due ore di assemblea e nessun altro si è confrontato con i lavoratori.
Negli anni scorsi i sindacati firmatari con la complicità dell'azienda si sono prenotati anticipatamente tutte le ore di assemblea a disposizione pur di non farle fare alla Fiom, questo ha comportato che a novembre e dicembre hanno scaricato tutte le ore di assemblea per smaltirle tutte in due o tre giorni, in alcuni casi sono state programmate e non si sono svolte.
Con l'inizio dell'anno la Fiom ha proceduto a prenotare anticipatamente cinque ore di assemblee, a differenza degli anni precedenti, la Fiat ha comunicato che non avrebbe più accettato prenotazioni multiple di assemblee. Insomma è andata bene per tre anni e quando la Fiom agisce i criteri cambiano. Questo modo di agire dell'impresa matte in luce la complicità esistente tra sindacati firmatari e Fiat.
Eppure argomenti da trattare in assemblea non ne mancavano, tutt’altro, e certamente per questo le ore usufruite sono in Fiat marginali.
Gli spazi democratici a disposizione dei lavoratori si sono ridotti notevolmente in Fiat e per cinque lunghi anni si è delegato all’azienda il comando sui lavoratori e le loro condizioni lavorative. Il rinnovo del Contratto specifico peggiorerà questa situazione.
Oggi Il voto ha messo a nudo le contraddizioni. Quando un sindacato ritiene di aver fatto buoni accordi sia sul salario che sulle prospettive industriali sarebbe naturale e scontato confrontarli con i lavoratori che si ritiene di rappresentare, ma questi gesti di semplice manuale sindacale non avvengono, si preferisce agire a "prescindere" senza alcun consenso. Questo accade da anni e proprio per questo il voto ha voluto esprimere una contrarietà a questo modo di rappresentare gli interessi dei lavoratori.
In questi ultimi anni Mirafiori è cambiata molto nella sua struttura anche organizzativa.
Le carrozzerie sono il luogo dove in questi cinque anni ha pesato e continua a pesare il ricorso alla cassa integrazione e l'assenza di nuove produzioni in grado di dare prospettive a tutti i lavoratori.
Gli altri settori si sono strutturati in parte sul nuovo corso “polo del lusso" in parte tra il vecchio e il nuovo, in parte in continuità con il passato.
Dando uno sguardo di insieme a queste realtà possiamo notare plasticamente, coloro che comunque hanno una missione produttiva assegnata e quelle che a oggi non ne hanno nessuna (meccaniche e parte degli enti centrali sui nuovi modelli).
All’interno di queste contraddizioni sono cresciute nuove realtà e nuove professionalità che in questi cinque anni non sono state assolutamente valorizzate o riconosciute sia dal punto di vista salariale che professionale.
Ad esempio è sufficiente osservare il settore C/Sperimentali e Prototipay dove lavorano circa 600 lavoratori altamente professionalizzati, luogo in cui Marchionne ha istituito un suo ufficio e dove nella recente visita si fece fotografare con Renzi e Elkan. In questa area lavorativa la Fiom diventa primo sindacato si potrebbe dire che “la Fiom rientra e Marchionne & Renzi escono”.
Proprio in virtù di queste trasformazioni tra il nuovo e il vecchio che dovremmo pensare a un nuovo modo di agire e a un modello anche organizzativo in grado di promuovere un'azione sindacale efficace.
Interpretare e analizzare la realtà che è mutata può consentire alla Fiom di ripensare luoghi e modalità organizzative per un'azione sindacale. Ricostruire un percorso a partire da Mirafiori tenuto conto delle sue diversità sia di produzioni che di situazioni lavorative è la condizione per riprendere una possibile iniziativa sindacale.
In questo contesto occorre costruire un più stretto rapporto con i lavoratori, a partire da chi ci ha votato, nel tentativo di trasformare i voti in capacità di iniziative sindacali, consapevoli delle problematicità esistenti nelle variegate realtà lavorative.
La storia in Fiat ci insegna che il ruolo negoziale autonomo lo si deve conquistare, non viene regalato. Dalle meccaniche di Mirafiori 45 anni fa nacque l’accordo del '71, a Melfi 10 anni fa abbiamo affermato la parità di condizioni e uguale lavoro si devono pretendere uguale salario e condizioni. Quella vertenza ci aiutò a riconquistare il Ccnl e il voto sugli accordi delle lavoratrici e dei lavoratori. Questi esempi pur in un contesto oggi totalmente diverso, possono indicarci un percorso.
Il voto è pur sempre un fattore di democrazia quando a esprimerlo sono circa 8.500 lavoratori . Non sfugge a nessuno l’importanza di questo mini test elettorale soprattutto perchè avviene dopo cinque anni in cui la Fiom è stata esclusa e solo grazie alla sentenza della Corte costituzionale ha visto riconoscersi i diritti previsti dalla legge, mentre ai sindacati firmatari sono riconosciute agibilità aggiuntive di gran lunga più favorevoli. In questo contesto si deve leggere il voto a Mirafiori.
Il consenso che viene dato alla Fiom ha riaperto un recinto che era chiuso da cinque lunghissimi anni, questo grazie alla generosità dei nostri delegati che hanno saputo resistere e proporre iniziative che non lasciassero mai un vuoto con i lavoratori però mai come questa volta, il voto è stato anche di orientamento politico-sindacale.
Senza voler dare giudizi affrettati sul voto poiché dovranno votare ancora sia i lavoratori della carrozzeria che quelli della Maserati e di Sirio sorveglianza, è utile un esempio per tutti, le elezioni in Abarth dove avevamo un solo candidato che non aveva mai fatto nemmeno la Rsa e dove era presente la sola Uilm, la Fiom ha avuto la maggioranza assoluta.
Se ci fermiamo ai dati in nostro possesso a oggi, sul complesso chiamato “sito di Mirafiori” possiamo trarre alcune considerazioni per interpretare il pensiero di questo spaccato di lavoratori-cittadini che in molte occasioni hanno rappresentato gli umori, i cambiamenti e le contraddizioni di una parte di lavoratori del nostro paese.
La prima considerazione da fare è che dal voto viene smentita la scarsa rappresentanza della Fiom tra i lavoratori che invece risulta la piu votata superando sia tra gli Impiegati che tra gli operai i voti di Fim e Uilm messi insieme.
La seconda è che la Fim risulta l’organizzazione più penalizzata dal voto al punto che non elegge nessun Rls tra gli impiegati e viene superata da Uilm e Fismic tra gli operai.
La terza e che i quadri perdono oltre 800 voti, Fismic 670, Fim 560, Uilm 550, rispetto alle recenti elezioni delle loro Rsa.
La quarta è che dalla rottura sindacale operata in Fiat vengono penalizzate le sigle firmatarie degli accordi separati in particolar modo i sindacati confederali.
Se diamo uno sguardo d’ insieme al voto rispetto anche alle dinamiche sindacali in corso su sindacato unico o sindacato unitario, notiamo che a una aggregazione dei sindacati aziendalisti già in corso tra Quadri e Fismic, la Fim e la Uilm sono una fetta irrilevante sia in termini di voti che di consensi, con un ruolo minoritario rispetto a Aqcf e al Fismic che rivendica il primato fra le sigle firmatarie e la guida del percorso della nascente “federazione dei sindacati firmatari in F.c.a.”
Se osserviamo i numeri notiamo una riduzione del numero dei votanti nelle aree più impiegatizie e un aumento dei votanti tra le aree più operaie rispetto alle loro recenti elezioni delle Rsa. Oggi viene penalizzata fortemente la Fim e in misura minore la Uilm, mentre la Fiom li distanzia notevolmente aumentando la percentuale di consenso rispetto alle ultime elezioni unitarie delle Rsu passando dal 27% al 33.5%.
Se raggruppiamo alcune aree lavorative notiamo che la Fiom recupera molto sia tra gli impiegati che tra gli operai, sino a rappresentare questi ultimi attraverso il 43% circa dei voti. Questi numeri e percentuali usciti dal voto di Mirafiori vanno rispettati poiché rappresentano lavoratrici e lavoratori consapevoli che esprimono una richiesta di cambiamento: sta anche a noi provare a dare una risposta.