Gentilissimo Dott. Dario Di Vico
ho letto il suo corsivo oggi sul Corriere (vedi qui sotto, ndr) e le scrivo per confermare a lei e ai suoi lettori che la delegazione sindacale della Fiom Cgil al tavolo Whirlpool rispecchia sicuramente la complessità della struttura del gruppo e l'articolazione degli stabilimenti in Italia, oltre alla rappresentanza, sia in termini di iscritti che di voti nelle elezioni delle rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici Whirlpool che si riconoscono alla Fiom Cgil. Sono 8 stabilimenti e 4 sedi direzionali (dislocati tra la provincia di Caserta, Napoli, Ascoli Piceno, Ancona, Siena, Milano, Varese e Torino) con 6mila i dipendenti. La delegazione Fiom, oltre che dai responsabili nazionali del settore e del gruppo, è composta da un/a delegato/a per ogni stabilimento e/o sede direzionale e un/a funzionario/a per ogni territorio coinvolto. Con gli stessi criteri sono composte le delegazioni di Fim e Uilm che, come la Fiom, hanno rappresentanza negli stabilimenti del gruppo.
I “130 posti al tavolo” (a cui lei allude evocando nell'inconscio dei suoi lettori una trasferta romana) sono quindi – nei numeri che le ho rappresentato e per la parte sindacale – composti da persone comuni che non intendono delegare ad altri la discussione con l'azienda sul proprio futuro; così hanno fatto fino ad ora e questo intendono continuare a fare.
Ancora una nota al suo articolo, ma questa è di costume: chi conosce davvero queste vicende sa che le “trasferte romane” per i delegati e per i funzionari sindacali che vengono dai territori iniziano con la partenza in treno al mattino presto (molto presto), la corsa al Ministero e, terminata la riunione, una nuova corsa a Termini per riprendere un treno e arrivare a casa tardi (molto tardi). Una volta si chiamava impegno e militanza ed era capita e rispettata.
Cordiali saluti.
Michela Spera
Quei centotrenta posti al «tavolo» Whirlpool troppe voci per risolvere (davvero) i problemi
L'esame della vertenza WhiripoolIndesit è iniziato ieri a ai ministero Sviluppo economico (Mise) in pompa magna. Decisamente magna, visto che saia degli Arazzi, con it ministro Federica Guidi e i rappresentanti dell'azienda e dei lavoratori, c'erano in tutto 130 persone. Come si è arrivati a questo numero? Per ogni organizzazione sindacale hanno voluto essere presenti rappresentanti di categoria, istanze territoriali degli stabilimenti coinvolti e uomini delle confederazioni. C'era anche l'ugl e quindi il numero dei sindacalisti è aumentato ancora. Visto il clima preelettorale — almeno per la Campania — le istituzioni locali coinvolte non avrebbero per nessun motivo «bucato» l'appuntamento e così al ministero c'era anche una robusta delegazione politica di territorio. Se poi aggiungiamo anche una rappresentanza di Con/industria e Federmanager quota 130 è subito raggiunta. Tanta folla ieri tutto sommato non ha intralciato più di tanto i movimenti della vertenza: c'erano poche cose da concordare e Io si è fatto. E stato deciso che si continuerà a discutere in sede Mise ed è stato anche confezionato un calendario che prevede già tré date a partire dal 29 aprile. Ma domani assisteremo a una replica? 1130 di ieri si auto-convocheranno di nuovo nelle stanze del ministero? II consiglio che viene da dare è di puro buon senso: se si vuole davvero entrare merito del piano industriale Whirlpool e valutarne l'impatto sugli stabilimenti e sui dipendenti converrà restringere drasticamente le delegazioni. Si potrebbe adottare il metodo toyotfsta della produzione snella ñ tagliare gli sprechi di sedie. A soffrirne, siamo sicuri, non saranno ne la democrazia ne la trasparenza perche la vertenza è seguita passo passo dai lavoratori e la mobilitazione a sostegno è ampia. Ci saranno solo un po' di funzionati, politici e sindacali, che dovranno rinunciare alla trasferta romana e alla foto di gruppo. Ce la possono fare.
Dario Di Vico