"Penso che le bugie non allunghino la vita", dice sconsolato il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, su quanto ha detto Carlos Tavares davanti alle commissioni di Camera e Senato.
Perché bugie?
"Tavares ha sostenuto che Stellantis non ha intenzione di abbandonare l’Italia. I fatti dicono che in 10 anni l’azienda ha perso, nel nostro Paese, 14mila occupati; che nel 2024 la produzione è crollata del 35%, nonostante i 950 milioni di incentivi pubblici all’acquisto di auto; e che due settimane fa, a Modena, è stata rimossa la targa del Innovation Lab creato da Marchionne, e prima era stato chiuso il Giovanni Agnelli Plant a Grugliasco".
Tavares dice che il problema principale è che le vetture elettriche costano il 40% in più di quelle tradizionali mentre i clienti vogliono pagarle lo stesso prezzo.
"Il problema è che Stellantis non riesce a fare economie di scala. Se c’è una capacità potenziale di produrre due milioni di veicoli ma quest’anno ne abbiamo prodotti 300mila, è chiaro che i costi salgono perché le spese fisse sono le stesse".
Nonostante le difficoltà, l’ad di Stellantis è contrario al rinvio del termine del 2035 fissato dalla Ue per la fine della produzione di auto col motore endotermico. E voi?
"Anche noi siamo contrari, perché non vogliamo ritardare le azioni di contrasto al cambiamento climatico, ma la transizione si fa con i lavoratori e non con la cassa integrazione e i licenziamenti".
Tavares propone di affrontare questa fase chiedendo al governo incentivi per l’acquisto delle auto elettrice. Siete d’accordo?
"Gli incentivi non possono essere l’unica strada, anche perché i miliardi investiti finora sono stati spesi in gran parte per l’acquisto di auto prodotte all’estero. La Fiom propone invece di ridurre l’orario di lavoro, a parità di salario, per salvaguardare l’occupazione; il rilancio degli investimenti in ricerca e sviluppo; il ritorno a una produzione di veicoli di massa in Italia, dove ormai sono rimaste solo le vetture del segmento alto, che garantisce grandi margini all’azienda, ma si vende meno"
Il governo che ruolo può giocare?
"Chiediamo l’apertura di un confronto a tre, Presidente del Consiglio-azienda-sindacati. In molti stabilimenti, da più di 10 anni, i lavoratori stanno più in cassa integrazione che in fabbrica. Anche per questo il 18 faremo, dopo trent’anni, lo sciopero unitario con Fim e Uilm con manifestazione nazionale a Roma".
La soluzione potrebbe venire dall’ingresso di produttori cinesi in Italia?
"Partiamo da un presupposto. In Spagna si producono 2 milioni di veicoli e non c’è un produttore nazionale. In Germania e Francia ci sono più case automobilistiche. Attrarre società, cinesi o non cinesi, che investano e rispettino norme e contratti può essere solo vantaggioso per l’occupazione"
La situazione è tesa anche sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici.
"Noi abbiamo chiesto un aumento di 280 euro sul salario, Federmeccanica e Assistal hanno presentato una controproposta che non stabilisce nessun aumento certo. Se entro metà novembre la trattativa non decolla, partirà la mobilitazione unitaria".
Intervista di Enrico Marro a Michele De Palma pubblicata sul Corriere della Sera del 13 ottobre 2024