Un palco basso vicino alle persone nel cuore di Roma, in piazza del Popolo il 22 settembre. «I metalmeccanici daranno una testimonianza di “dignità” assieme a uomini e donne della società civile per rimettere al centro la dignità del lavoro e della sua sicurezza. Sarà un’assemblea nazionale di circa 3 mila delegate e delegati della Fiom aperta ad associazioni, movimenti e personalità della società civile», dice Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil. «L’iniziativa arriva dopo gli scioperi di luglio del settore e in vista della grande manifestazione del 7 ottobre. Il governo è sordo al dialogo, ma i tavoli di crisi si moltiplicano. E si continua a morire sul lavoro. È il momento di dire basta».
Segretario perché il tema della dignità?
«Perché è il contrario della ricchezza: si può essere ricchi senza dignità o essere poveri e lottare per un lavoro con diritti che dà dignità. Vogliamo raccontare le nostre storie, assieme agli uomini e alle donne della società civile e delle associazioni che operano nell’ambiente, con i migranti, per i salvataggi in mare, nel mondo della cultura. L’ingordigia mette a rischio il pianeta. Vogliamo sognare e praticare un mondo diverso».
A Brandizzo è stata violata la dignità del lavoro?
«Lì siamo morti un po’ tutti. Il presidente di Confindustria dice che gli imprenditori sono eroi. Ecco per noi gli eroi sono i cinque operai travolti dal treno. Troppo facile cercare l’errore umano. Anziché indagare la causa, si cerca il colpevole. Ma a monte c’è la frammentazione del lavoro tra appalti e subappalti senza regole, il conto della produttività scaricato sull’anello più debole, l’ultimo della catena. Questa è giungla, è barbarie. Chiediamo al governo di cancellare il subappalto a cascata, di investire in prevenzione con l’assunzione di nuovi ispettori del lavoro e di istituire la Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro».
Com’è possibile avere mille e più morti all’anno sul lavoro?
«Inaccettabile, dopo tutti gli investimenti di Industria 4.0. Possibile mai che i lavoratori delle linee di montaggio siano controllati dalle nuove tecnologie e, in un’epoca di manutenzione predittiva nelle imprese affidata all’intelligenza artificiale, si possa morire perché non arriva una telefonata sui binari o arriva troppo tardi? Si investe per aumentare la produttività e i profitti, ma poi non si usa la tecnologia per salvaguardare la vita e la salute dei lavoratori».
L’economia scricchiola. La manovra si restringe. Quale autunno si aspetta?
«Un autunno di promesse tradite. La premier si vantava di un’Italia migliore di Francia e Germania, prometteva di tagliare le tasse, aiutare le famiglie, riformare le pensioni. E invece ora deve fare retromarcia su tutto. La politica industriale è inesistente, il Pnrr si è piantato. I tavoli di crisi aumentano e quelli storici sono in stallo. Sull’ex Ilva solo promesse, si taglia anche la manutenzione ordinaria e si rischia l’incidente ogni giorno. Servono risorse urgenti per sostenere non solo l’acciaio, ma anche l’automotive e gli elettrodomestici. Al Nord ci sono notizie di cassa integrazione nelle aziende legate al ciclo produttivo dell’economia tedesca in grande difficoltà».
Per i metalmeccanici si apre una stagione di rinnovo dei contratti. Cosa ne pensa di un salario minimo legale?
«Le piattaforme per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro Federmeccanica, Unionmeccanica, Cooperative e Orafi-Argentieri avranno quattro priorità: l’aumento del salario, la riduzione dell’orario di lavoro, il rafforzamento della salute e sicurezza e la stabilizzazione dei precari. Con Fim e Uilm prepareremo una piattaforma unitaria di richieste. Ascolteremo le lavoratrici e i lavoratori nelle assemblee perché siano protagonisti di un rinnovo che non si preannuncia semplice. Perchè vogliamo realizzare un contratto di tutti, per tutti.
Inoltre, abbiamo già presentato la piattaforma per gli Artigiani, un contratto che prevede un salario inferiore rispetto ai lavoratori dell’industria.
Ma certo un livello di salario minimo di legge, sotto cui non andare, assieme alla legge sulla rappresentanza e all’estensione dei contratti collettivi a tutti, erga omnes, non sarebbe un ostacolo alla contrattazione. Ma uno strumento per rafforzarla. La Fiom è da sempre favorevole».
Intervista a Michele De Palma di Valentina Conte, pubblicata su La Repubblica del 10 settembre 2023