Giovedì, 21 Novembre 2024

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Su Gkn dal governo solo assurdità e nessuna soluzione

Simone Marinelli, responsabile automotive della Fiom, oggi a Firenze da tutta Italia arriverà una nuova onda di solidarietà per la vertenza Gkn. Voi con quale spirito partecipate?

Quello di sempre: stare a fianco alle lavoratrici e ai lavoratori e chiedere al Governo e alle Istituzioni nazionali, che li hanno abbandonati di prendersi le loro responsabilità e di trovare immediatamente una soluzione.

La vicenda della falsa reindustrializzazione di Borgomeo grida vendetta. A posteriori era possibile capire come sarebbe andata a finire?

Avevamo molti dubbi sul progetto presentato e proprio per questo abbiamo lavorato sull'accordo di passaggio tra GKN e QF per trasferire tutta l'accordistica di primo e secondo livello e garantire al massimo i lavoratori. Un accordo sottoscritto con l'allora Mise, Ministero del Lavoro e l'unità di crisi della Regione Toscana che dovevano svolgere un ruolo di garanzia. Spariti tutti, siamo rimasti noi e la Regione.

La cassa integrazione retroattiva sembra proprio un favore del governo a Borgomeo per ricompensarlo del suo intervento.

E qui siamo all'assurdo: nel mese di dicembre il Ministero del Lavoro ha pressato le organizzazioni sindacali per firmare un accordo retroattivo che superasse l'empasse che lo stesso Ministero ha creato dopo aver garantito a gennaio che ci sarebbero stati ammortizzatori sociali. Noi abbiamo sostenuto che la retroattività della cassa integrazione doveva partire da ottobre nel momento in cui Borgomeo aveva presentato la nuova domanda. Il risultato del decreto è un disastro: si danno soldi all'azienda e non si tutelano i lavoratori che sono senza stipendio da 6 mesi, l'esatto contrario dello scopo degli ammortizzatori sociali.

Ora in campo c'è la proposta del Collettivo per ridare vita alla Gkn nata dalla collaborazione con varie "intelligenze collettive"da economisti a giuristi, da filosofi a ingegneri. Come la valutate?

La valutazione della fattibilità delle proposte e delle manifestazioni di interesse ad investire da parte delle aziende è in capo alla Regione Toscana e al MIMIT, se tornerà ad esercitare un ruolo. La Fiom sta sostenendo il lavoro della Regione e sosterrà ogni progetto e ogni proposta che verrà valutata positivamente. È necessario trovare al più presto una soluzione solida e di prospettiva per garantire un futuro occupazionale ai lavoratori.

La fuga del fondo Melrose è paradigmatica di come stanno cambiando le strategie delle multinazionali e del rischio di desertificazione industriale in Italia. Come si può evitarlo?

Le multinazionali vanno dove c'è convenienza, dove ci sono migliori condizioni e infrastrutture. Nel settore dell'auto stiamo assistendo a grandi cambiamenti non solo tecnologici. L'InflationReduction Act varato dagli Usa sta già determinando lo spostamento di importanti investimenti dall'Europa. Noi abbiamo già pagato la crisi della mancanza di investimenti della Fiat dalla fine degli '90, non siamo disposti a pagare anche quella della transizione, del riassetto delle forniture e della catena del valore. Stiamo dicendo da tempo che occorre ripensare il sistema industriale e chiedendo all'Europa e al Governo un piano straordinario. Senza questi interventi, il rischio desertificazione è certo.

 

Intervista di Massimo Franchi pubblicata sul Manifesto del 25 marzo 2023

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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