Enav-Techno Sky: vogliamo chiarezza sul piano industriale Enav e sulle prospettive!
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Il piano industriale di Enav, presentato qualche settimana fa alla stampa e agli investitori internazionali, ha delineato chiaramente su quali linee guida si muoverà il gruppo nei prossimi anni: aumento della marginalità e degli utili da distribuire agli azionisti, forte riduzione dei costi, nuove tecnologie in grado di ottimizzare le attività”.
In particolare “la Società prevede di mantenere un trend di sviluppo dei costi sul periodo 2018-2022 inferiore al tasso di inflazione, tale da poter raggiungere un EBIT margin nella forchetta 17-18% al 2022. Infine, nel periodo 2018–2022 la Società prevede di proporre una crescita annua del dividendo del 4%, a partire dal dividendo 2018, pari a 101 milioni di euro”.
Una gruppo che fa fare le visite mediche ai lavoratori in magazzini abbandonati e nel contempo discute di distribuire più utili agli azionisti, andando addirittura ad intaccare le riserve!
Un piano comunque molto chiaro per quanto riguarda gli aeroporti, con il consolidamento a regime dei due centri di controllo sulle due sedi di Roma e Milano e dei due hub di Malpensa e Fiumicino (il controllo di Roma e Milano, che già gestiscono l’avvicinamento sui maggiori aeroporti nazionali, assorbiranno anche le attività di quasi tutti i centri di avvicinamento dislocati sulle torri di controllo), ma assolutamente poco chiaro per quanto riguarda la sede e le attività non operative sui siti.
Una cosa è certa ed è a prescindere dall'internalizzazione di Techno Sky in ENAV, da anni l'integrazione delle due realtà è in atto e sempre più attività proprie di Techno Sky transitano in ENAV, senza però una adeguata discussione sulle persone ad esse collegate.
Nella sostanza l'azienda si sta riorganizzando già come fosse una sola società, prendendosi da Techo Sky tutto ciò che le interessa, ma senza dare visibilità delle prospettive professionali e occupazionali per le lavoratrici e i lavoratori. Il rischio è che così facendo e se non ci saranno iniziative di contrasto, i lavoratori scopriranno alla fine del percorso se ci saranno problemi o meno.
Un esempio lo abbiamo già avuto con i lavoratori del SICTA. L'azienda sorda a qualsiasi ragionamento ha imposto lo spostamento su Roma dicendo che erano lavoratori assolutamente essenziali per un progetto che aveva ed oggi invece, una volta trasferiti, sono senza missione produttiva!
Una cosa per noi inaccettabile, perché accanto alla chiarezza sui numeri e sui grandi successi del gruppo, si deve rendere chiaro il percorso di integrazione e le prospettive per i lavoratori. L'azienda non può e non deve dimenticare che gli enormi passi avanti che sta facendo, sono il frutto della professionalità e delle attività che quotidianamente le lavoratrici e i lavoratori di Techno Sky portano avanti.
FIOM NAZIONALE
Roma, 8 maggio 2018