Si è tenuto il giorno 30 maggio u.s. al Ministero dello Sviluppo Economico, l'incontro sulla situazione di Btp Tecno. All'incontro erano presenti oltre ai rappresentanti del Ministero e della Btp, anche l'Alcatel, Confindustria Salerno, le Oo.Ss. e le Rsu.
Il dott. Vivado, ha rappresentato una situazione finanziaria migliorata, grazie all'accordo sottoscrittocon l'Alcatel, che ha previsto la compensazione di tutti i debiti e i crediti, più l'acquisto del magazzino esistente presso Battipaglia, per 23 milioni di €. Ciò consentirà anche di avere cassa per circa 2 milioni di €.
L'accordo prevede anche attività fino ad ottobre di quest'anno. Ha annunciato anche che Invitalia ha finora risposto negativamente ai progetti presentati. Questo unitamente al fatto che l'accordo con l'Alcatel prevede la cancellazione del 5 anno di attività, produce problemi di carico per lo stabilimento che il dott. Vivado si è impegnato ad affrontare attraverso un piano industriale che verrà presentato sempre al Mise il 18 giugno p.v.
Da parte nostra riteniamo gravissimo quanto fatto dalla Btp e dall'Alcatel, che hanno sottoscritto un patto in violazione di quanto previsto in sede istituzionale e che scarica sulle spalle dei lavoratori i problemi generati dall'Alcatel e dalla stessa Btp.
Infatti Vivado risolve i problemi economici e l'Alcatel risolve con un anno di anticipo il contratto con i carichi di lavoro che, oltretutto, non ha neanche rispettato (da qui nell'ultimo incontro la nostra richiesta di distribuire sul 5 anno il carico da recuperare). E' evidente che in questo modo lo stabilimento perde un anno di lavoro Alcatel e le attività possono poggiare solo sul diversificato che però, è messo in discussione da Invitalia, che ha giudicato i progetti non sostenibili.
Tutto ciò produce grossi problemi che lo stesso Vivado ha confermato. Una cosa inaccettabile, perché non sono stati i lavoratori ha produrre i debiti e perché l'accordo in sede istituzionale era concepito proprio per non produrne, tant'è che obbligava anche a reinvestire in azienda tutti gli utili.
Sarà importante capire come si è arrivati fin qui, valutando ogni spesa ed ogni debito fatto. Perché si è arrivati all'ipoteca dell'immobile, ai debiti con tutti i fornitori, ai rapporti con le altre aziende del gruppo.
Da mesi denunciavamo che c'erano problemi sulla gestione dell'azienda, purtroppo in generale controtendenza con il sentire comune degli altri rappresentanti sindacali. In questo contesto nasce il licenziamento del nostro delegato sindacale Fiorenzo Veneri. Era un elemento di disturbo, denunciava a novembre 2013 la situazione che si stava producendo dalle azioni di Vivado e dell'Alcatel e doveva essere zittito.
Si doveva sviare l'attenzione dalla situazione reale dell'azienda, prima si è tentato con le 80 assunzioni proposte (avendo svelato l'assurdità della cosa per il livello della produzione la Rsu della Fiom-Cgil è stata messa all'indice dall'azienda). Poi con il licenziamento di Veneri, un altro diversivo per guadagnare tempo, per non accendere i riflettori dei lavoratori e degli organi istituzionali sull'azienda e il suo management. Per farlo non ci si è neanche risparmiati di vedere un'assemblea del dott. Vivado in cui si dichiarava che le cose andavano bene e che l'unico l'elemento di disturbo erano coloro che non ci credevano e "rappresentavano male" gli interessi dei lavoratori.
Oggi tutti possono vedere che cosa e' accaduto e tutti possono esprimere un giudizio più chiaro della vicenda: un anno di lavoro in meno, i debiti dell'imprenditore risanati, i problemi scaricati sui lavoratori. Persone che non meritano tutto questo perché sono coloro che hanno lottato duramente per salvare lo stabilimento, anche orientando diversamente le scelte dell'Alcatel, fino a determinare l'arrivo dell'imprenditore di oggi che, prima di fare un accordo del genere, doveva avere il coraggio di fare un'altra assemblea e di dirglielo in faccia prima, non dopo a cose fatte, comodamente seduto nella sede del Ministero a Roma.
Forse proprio per questo il dott. Vivado ha chiesto l'allontanamento di Veneri dalla riunione, non voleva trovarsi di fronte che, da mesi, denunciava che si sarebbe giunti a questo. Per rendere possibile l'incontro, Fiorenzo ha deciso di uscire per non dare nessun alibi all'azienda. Ci sarebbe piaciuto vedere tutta la rappresentanza protestare per farlo rimanere (sarebbe uscito lo stesso!), così non è stato e ci dispiace.
Alla riunione del 18 p.v., sarà importante far sentire forte la voce dei lavoratori, eventuali soluzioni, non possono essere scaricate sui dipendenti!
FIOM-CGIL NAZIONALE
Roma, 4 giugno 2014