Domenica, 24 Novembre 2024

Stm: occorre un vero rilancio industriale e il riavvio della contrattazione integrativa

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Venerdì 15 aprile si è svolto un incontro tra il Coordinamento sindacale nazionale di STM e le Organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm con la Direzione Aziendale, avente ad oggetto l'informativa annuale sull'andamento e le prospettive di StMicroelectronics. Erano presenti, vista la necessità di illustrare alle parti sociali i grandi cambiamenti avvenuti in questi ultimi mesi, i nuovi responsabili dell'organizzazione. In particolare è stato presentato il nuovo amministratore delegato di STMicroelectronics Italia, Carmelo Papa, ed erano presenti i vertici delle due principali divisioni Corporate, Benedetto Vigna (AMG), Marco Monti (ADG) e del Manufacturing – FEM, Orio Bellezza.

L'Amministratore Delegato ha definito importante e strategico il cambio organizzativo deciso nel mese di gennaio, frutto della difficilissima crisi che l'azienda ha affrontato a partire della caduta di Nokia, (principale cliente di STM con un business da 1.4 miliardi di $ fino 10 anni fa), che comportò la cessione del ramo d’azienda delle memorie con quasi 2000 dipendenti italiani “ceduti” prima a Numonyx e poi a Micron (in seguito parzialmente riassorbiti da ST). Gli ultimi atti di questa crisi sono stati la chiusura di ST Ericsson, che ha prodotto nel tempo circa 1700 licenziamenti, e quella del comparto sector box con l’annuncio di ulteriori 1400 esuberi. Quest’ultimo annuncio non ha portato problemi occupazionali in Italia (forte della sua posizione nell'ambito del mercato analogico), ma certamente rientra a nostro parere nella strategia secondo la quale ad una crisi di mercato si risponde con un “dimagrimento” occupazionale.

La trasformazione decisa ha significato una riduzione dei gruppi con baricentro in Italia, che da tre sono diventati due: ADG e AMG, l’unico dei tre gruppi che aveva a Catania il suo quartier generale cioè l’ormai ex IPD, seppur con ottimo fatturato e tasso di crescita, è stato smembrato e accorpato agli altri due gruppi.

L'ADG ha visto divenire predominante la sua posizione all'interno dell'azienda rappresentando il 40% del fatturato di tutta la società. Questo gruppo si struttura in due principali rami: quello che si occuperà dei prodotti sul controllo e la gestione del motore/meccanica dell'auto e quello del Infotainment (Car radio, sound, navigazione etc.). La costituzione di questo nuovo gruppo impone un forte lavoro di integrazione tra la parte riguardante i prodotti Discreti, che hanno come centro principale Catania, quello dei dispositivi BCD maggiormente presente in Agrate, e il crescente polo del digitale in Francia. L’azienda ha dichiarato che attualmente in questo gruppo non sono previste riorganizzazioni, anche se in futuro non sono assolutamente escluse, anche perché sarà necessario integrare più mondi (quello dell’ex APG, quello dei discreti e del digitale in Francia). In virtù dei risultati registrati negli ultimi 5 anni il nuovo gruppo ADG si propone di mantenere questi ritmi anche nei prossimi 5 anni (circa 7% di crescita annuo). Alla base di questa ipotesi di crescita c'è in particolare la previsione di espansione della richiesta di semiconduttori all'interno dell'auto. Ad oggi in ogni auto ci sono circa 300$ medi di microelettronica, ed è prevista sia una crescita del numero totale di auto (+50% a livello mondiale, soprattutto nei mercati emergenti) che una crescita della presenza dell’elettronica nell’auto. Per ottenere i risultati previsti occorrerà un incremento nella R&D di prodotto, sia in termini di investimenti che di personale.

Il gruppo ADG ha il 62% del suo personale in Italia: 1487 dipendenti, il 20% in Francia e la restante parte nei vari siti del mondo vicino ai clienti strategici, per un totale di 2380 dipendenti. Quasi il 100% dei dispositivi venduti da questa divisione è prodotto all'interno di STMicroelectronics: il 97% della produzione di CT6, circa il 90% di AGR, il 98% di Tour e circa il 33% di Crolles. Nel prossimo futuro si prevede che prodotti ADG in BCD8 e BCD9 verranno prodotti ad Agrate e quelli in M07 e M09 a Catania, mentre i processi più maturi del mondo BCD (BCD4, 5, 6) andranno a Singapore.

Molto delicata la situazione dell'altro gruppo AMG. Questo si struttura in sei divisioni raggruppabili in due macro aree, quella dei Sensori (proveniente dall’ex gruppo MEMS) e la parte definita Analog. La prima, a cui fanno capo i MEMS Motion e i MEMS Attuatori, dovrebbe essere ancora un'area di forte potenzialità ma nei fatti ha visto una decrescita tale da non riuscire, se non marginalmente, a saturare la capacità delle fabbriche ad essa allocata. Soprattutto la parte Motion sembra essere destinata ad occupare una porzione modesta del suo settore di mercato, mentre una possibilità di crescita dovrebbe arrivare dagli Attuatori, anche se, a nostro parere, non sono chiarissimi i numeri di questa potenziale crescita e i nuovi ambiti di mercato in cui possano realizzarsi.

La macro area Analog (IPC che aveva il suo baricentro tra Catania e Milano), appare più promettente perché tratta i grandi volumi del Mass Market. L'ascesa di produttori cinesi nel mercato dei dispositivi mobili potrebbe significare una grossa crescita per la divisione non più vincolata solo ai grandi produttori coreani e statunitensi. Ci sono spazi di crescita anche nei dispositivi di controllo degli hard disk (server e microserver), vista l'espansione dei social network e dei servizi di cloud sempre più diffusi nell'evoluzione del web.

AMG impiega 1970 dipendenti nel mondo di cui 1350 in Italia e 200 a Grenoble. A fronte delle criticità emerse nella descrizione del business di AMG (in particolare per la parte dei Sensori), la delegazione sindacale ha chiesto se fosse previsto una maggiore sinergia tra i due gruppi. Entrambi i manager hanno dichiarato che questo è uno dei loro obiettivi.

Dal punto di vista del Manufacturing i progetti riguardanti l'Italia sono strettamente legati alle prospettive occupazionali.

Per Catania si parla di un progetto da 240 milioni di $ che, se rispettato, dovrebbe portare alla definitiva realizzazione di un modulo (M9) a 8 pollici per un totale di circa 13500 wf/wk, principalmente BCD8 (l’azienda sta ancora “ragionando” sulla possibilità di introdurre BCD9) ed M07 ed M09 (attualmente si prevedono per prime fette in BCD8 Q2 2018).

Si concluderebbe la quasi totale conversione da 6 a 8 pollici del sito anche se dovrebbe rimanere una piccola parte di produzione a 6” per le nuove tecnologie in SiC (si parla di 200 wf/wk nella prospettiva di arrivare fino a 700 wf/wk).

Il sito dovrebbe così avere come missione quello di produrre tecnologie di media complessità: questa nuova missione del sito, che fino a questo momento è stato dedicato a tecnologie avanzate, a nostro parere non è adeguata per garantire il futuro dell'unità produttiva di Catania.

Per quanto riguarda Agrate si parla della costruzione del primo modulo a 12 pollici. Una linea destinata alla produzione dei primi prototipi di BCD10, ma nella quale si prevede la possibilità di portare anche BCD8 e 9. Le prime spese per far partire il progetto sono previste nel 2017 con una reale apertura dei cantieri in Agrate nel 2018. Il primo modulo avrà un costo stimato di circa 300 mln di $. Il progetto è comunque pensato in modo da permettere ulteriori espansioni, cioè la possibilità di convertire buona parte della produzione a 12” per una costo stimato di circa 1.3 – 1.5 mld di $, con una “visione” al 2025. La delegazione aziendale ha più volte definito vitale e strategico, non solo per il sito agratese ma per la sopravvivenza di ST, la realizzazione della linea a 12”, definendo la scelta già approvata dal consiglio di amministrazione della società.

Il sito dovrebbe così avere come missione quello di produrre tecnologie di elevata complessità.

Entrambi i progetti, quello per Catania e quello per Agrate, sono soggetti per la loro effettiva realizzazione agli andamenti del mercato.

Inoltre aver “rimescolato” gruppi e produzioni fa sorgere ragionevoli dubbi, anche se l’azienda in sede di riunione ha negato qualunque “migrazione” dei BCD in Francia, su futuri possibili “assestamenti”.

Le organizzazioni sindacali e la delegazione delle RSU e del Coordinamento hanno apprezzato la composizione al tavolo della DA. Questo ha permesso di comprendere meglio le dinamiche in atto. Sarebbe auspicabile che anche nei prossimi incontri annuali ci fosse la possibilità di un tale livello di confronto.

Occorre però dire che la chiarezza dell’esposizione non libera il campo dai tanti dubbi; se appaiono convincenti le previsioni di crescita del mondo Automotive, restano sempre vaghe le prospettive negli altri settori di mercato. Le previsioni non permettono, ad esempio, di prevedere, se non alla fine del 2017, la saturazione di AGM, né è certo che la crescita di mercato ipotizzata possa assicurare le tempistiche esposte per M9 in Catania o la linea a 300 mm di Agrate, nonostante idealmente siano stati definiti progetti fondamentali per i siti italiani.

Sia Agrate che Catania sanno quanti progetti di espansione, anche già partiti, si siano poi bloccati per anni o siano stati abbandonati: tutti ricordano quanti anni siano trascorsi tra lo scavo delle fondamenta di R2 e la sua effettiva realizzazione, o da quanto tempo sia pronto l'edificio destinato a diventare M9. Ma ancora di più tutti ricordano gli oltre 400 mln di $ spesi per la realizzazione del Modulo 6 a 12” che sarebbe dovuto diventare il primo fab a 12” di ST, progetto mai andato a buon fine, tanto da portare l’azienda a ipotizzare la nascita di un polo produttivo 12” altrove.

Desta sorpresa, inoltre, l'atteggiamento timido dell'azienda alla predisposizione di progetti di ricerca su cui richiedere il sostegno pubblico, nazionale ed europeo, che consentirebbero di accelerare i piani di espansione e investimenti e di evitare così tempi di attuazione incerti e dipendenti dalla variabilità delle condizioni di mercato del momento, anche se l'azienda ha voluto rassicurare affermando che l'accesso ai fondi pubblici non costituirebbe una pregiudiziale rispetto al fare o meno determinati investimenti da parte dell'azienda.

Anche nella gestione delle risorse umane la delegazione sindacale ha evidenziato degli insuccessi. L’azienda ha sottolineato l’importanza del recupero parziale delle competenze disperse con la vertenza Micron: anche se ci ha confortato l'esito conclusivo della vertenza, apprendere che una parte del Know How acquisito sui calcogenuri in R2 sarà impiegato per lo sviluppo dei controllori in Francia non ci ha certo soddisfatti.

Ma soprattutto la delegazione sindacale ha evidenziato l’aumento dell’insoddisfazione nei dipendenti, il cui calo motivazionale è evidente: si sentono sempre più numeri piuttosto che risorse per quest’azienda. Aspetto non secondario è stata la decisione di aumentare dividendi e stipendi del board ST a fronte di risultati aziendali non brillanti e a fronte di una politica di contrazione dei costi anche a discapito degli stipendi dei lavoratori, a partire dal premio di risultato.

Da qui ai prossimi mesi le rappresentanze sindacali si impegneranno a vincolare la DA al rispetto dei piani di sviluppo esposti: insisteremo affinché le tempistiche possano essere anticipate e maggiormente garantite.

Non sono arrivate risposte confortanti rispetto ai timori riguardanti la solidità di piani riorganizzativi presentati da un CEO che sembra destinato a lasciare, secondo le notizie che circolano, il suo ruolo nei prossimi mesi. La DA presente al tavolo, seppur rilevante nell'organizzazione della Corporate, non ha potuto fugare i dubbi su possibili ulteriori novità in caso di cambio del CEO o di un riassetto degli equilibri azionari.

Fim Fiom e Uilm e il coordinamento nazionale ritengono che l’azienda STMicroelectronics, che da diversi anni vede un declino di risultati e di fatturato, abbia compiuto una riorganizzazione che purtroppo non appare come un vero ed efficace cambio di strategia generale.

Le Fim Fiom e Uilm e il coordinamento nazionale ritengono necessario un piano di rilancio dei progetti, delle attività e degli investimenti di STM, per salvaguardare l'occupazione e i siti industriali, e consolidare la presenza del gruppo nei mercati globali.

Il Coordinamento nazionale e le Organizzazioni sindacali proseguiranno la sollecitazione nei confronti del Governo affinché svolga appieno il ruolo di indirizzo, per assicurare gli impegni agli investimenti e consolidare questa importante realtà industriale, presente nel comparto strategico delle tecnologie innovative e abilitanti, e per salvaguardare l'occupazione e la prospettiva di crescita.

Fim Fiom Uilm nazionali e il Coordinamento nazionale hanno sollecitato al tavolo il riavvio tempestivo della contrattazione integrativa di gruppo, per affrontare le questioni industriali e della salvaguardia occupazionale, migliorare i diversi aspetti normativi e delle condizioni di lavoro, rinnovare il Premio di risultato e sviluppare le relazioni sindacali e il coinvolgimento dei lavoratori e delle rappresentanze ai vari livelli.

La risposta dell'azienda rispetto al riavvio del confronto sull'integrativo è stata negativa, e, dopo la pregiudiziale della risoluzione di alcune questioni locali ha aggiunto il vincolo della conclusione della vicenda del contratto nazionale. Per questo sono state riconfermate le ulteriori 4 ore di sciopero proclamate in occasione dello sciopero di 4 ore per il contratto dei metalmeccanici. Nelle prossime settimane il coordinamento sindacale deciderà nuove iniziative da intraprendere per ottenere l'avvio della trattativa sul contratto integrativo.

 

Coordinamento nazionale StMicroelectronics

Fim, Fiom, Uilm nazionali

 

Roma, 27 aprile 2016

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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