Si è concluso il giro di assemblee in tutti i siti produttivi di Hitachi, che ci ha permesso un confronto puntuale con le lavoratrici e i lavoratori.
La Fiom, i delegati e delegate eletti nelle proprie liste, esprimono soddisfazione per l’alta partecipazione, per la voglia manifestata dai lavoratori e dalle lavoratrici di comprendere e partecipare in maniera attiva nel ricercare soluzioni che tutelino al meglio le proprie condizioni salariali in relazione con la discussione sulla contrattazione di secondo livello.
Ci è parso doveroso cercare il confronto, dopo una fase di incontri partita da una elaborazione comune con Fim e Uilm e i successivi confronti con l’Azienda, vi era la necessità di relazionare in merito alla ipotesi di chiusura “ponte” per l’anno fiscale 2022 e ragionare sulle prospettive per un nuovo contratto di secondo livello.
Avevamo auspicato un passaggio di assemblee unitarie, nelle quali poter esprimere ognuno le proprie legittime idee e magari, alla fine, chiedere ai lavoratori e alle lavoratrici di decidere loro la sintesi che non si è riusciti a trovare nell’ultimo incontro in ristretta con l’Azienda.
L’aver accusato la Fiom di avere un atteggiamento irresponsabile, solo per aver dichiarato la necessità di dialogare con i dipendenti prima di addivenire ad una intesa, ha oggettivamente spostato il confronto dal merito, ad un inesistente pericolo di perdere la defiscalizzazione del premio, agitato con l’intento di spaventare i lavoratori.
L’anno fiscale si concluderà a marzo del 2023, abbiamo nel paese centinaia di confronti aperti, alcuni dei quali si concluderanno dopo le ferie estive e se assumessimo quella dichiarazione contenuta nel comunicato sopra citato come veritiera, dovremmo convenire che tutte le organizzazioni sindacali, comprese quelle che lo hanno scritto, sono improvvisamente impazzite. È evidente che non è così e il problema è un altro.
Abbiamo spostato al successivo rinnovo il tema della stabilizzazione di una parte del premio, frutto di obiettivi consolidati nel tempo e questo rappresenta già una sostanziale differenza rispetto alle linee decise assieme.
Abbiamo, anche su questo unitariamente, rifiutato di legare il premio alla presenza e trovato una disponibilità verbale dall’Azienda ad aprire al più presto il negoziato sull’integrativo.
Non abbiamo le stesse idee di soluzione per un’ accordo ponte per l’anno 2022.
L’Azienda ha proposto un aumento di 180 euro lordi (saranno tassati con tassazione ordinaria) al parametro più alto e 152 a quello medio.
Noi, abbiamo proposto, come in altre realtà unitariamente, una soluzione che è a disposizione solo per l’anno corrente, determinata da un provvedimento del governo, che permette di erogare la cifra pattuita in forma netta, totalmente defiscalizzata e uguale per tutti.
Con le stesse cifre, l’Azienda spenderebbe meno e il lavoratore prenderebbe di più, con una differenza ancora più marcata nei livelli più bassi.
Abbiamo anche proposto, come ulteriore mediazione, un mix di soluzioni, tra premio sugli indicatori e buoni carburante.
Queste nostre idee le abbiamo esposte nelle assemblee, trovando comprensione e consenso, per il semplice fatto che sono chiare e comprensibili senza bisogno di sforzi particolari.
La cosa che non si comprende letteralmente è l’ostracismo nel farla propria da parte di tutti e la posizione dell’Azienda che come è del tutto evidente, con le stesse risorse, senza un centesimo in più, potrebbe remunerare meglio i dipendenti.
La Fiom non lascerà i lavoratori privi della defiscalizzazione del premio. A questo punto consegna all’Azienda l’onere della sintesi delle proposte in campo, chiedendo di farsi carico della pluralità delle posizioni presenti.
Coordinamento Rsu Fiom Hitachi
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 15 luglio 2022