Si è svolto ieri al ministero dello Sviluppo economico – presenti rappresentanti del ministero, delle regioni Campania e Lombardia, dell'azienda, il commissario straordinario di Firema trasporti in amministrazione straordinaria, Fim, Fiom e Uilm nazionali e territoriali – l'incontro di verifica dell'accordo di cessione di Firema alla Titagarh Firema Adler (Tfa), sottoscritto il 3 luglio 2015 nella stessa sede.
Il direttore generale di Tfa ha illustrato la situazione, spiegando di avere ordini in portafoglio che garantiscono prospettive produttive fino a tutto il 2017 e, riguardo all'occupazione, di aver proceduto all'assunzione a tempo determinato di 38 lavoratori dal “bacino” di Firema in As, che sono andati ad affiancare i 340 dipendenti di Tfa nei siti di Caserta, Milano, Spello, Tito e Roma.
Inoltre, nell'incontro è stata evidenziata una 'sofferenza' dell'azienda dal punto di vista del capitale circolante che determina difficoltà di approvviggionamento. Infine, come è stato ricordato, l'accordo stabilisce che dal 31 luglio 2017 scadono per Tfa gli obblighi del mantenimento occupazionale.
Per la Fiom è positiva la posizione del ministero che, a fronte delle dichiarazioni del direttore generale di Tfa, ha annunciato la riconvocazione del tavolo entro pochi giorni con la presenza della proprietà.
In quell'occasione è per noi assolutamente necessario che si preveda il passaggio di tutti i lavoratori collocati nel bacino di Firema alla Tfa, dove si potranno poi gestire normalmente con gli ammortizzatori sociali, a partire dai contratti di solidarietà, gli eventuali cali produttivi, posizione peraltro condivisa dallo stesso ministero.
Per noi è assolutamente da evitare che la mancata acquisizione di nuovi ordini in grado di saturare gli organici porti Tfa a gestire e concludere le commesse in lavorazione – acquisite in gran parte nella fase di commissariamento – entro dicembre del 2017, quando saranno scaduti gli obblighi di legge di mantenimento occupazionale derivanti dall'acquisizione, cosa che potrebbe portare a un disimpegno produttivo con conseguenti licenziamenti e a operazioni speculative del patrimonio immobiliare acquisito con l'accordo di luglio 2015 a prezzi assolutamente vantaggiosi.
Per quanto riguarda la Fiom è chiaro che se nel prossimo incontro non verrà affrontato e risolto il problema delle assunzioni si aprirà una fase di mobilitazione in tutto il gruppo.
Fiom nazionale
Roma, 28 settembre 2016