Sabato, 21 Dicembre 2024

AnsaldoBreda. No alla cessione

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Il 4 maggio 2015 le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, unitamente al coordinamento delle Rsu degli stabilimenti, hanno incontrato la direzione aziendale di AnsaldoBreda per l'informativa annuale sull'andamento industriale dell'azienda e le sue prospettive.

La direzione aziendale ha fornito una serie di dati che denotano lo stato di salute positivo dell'azienda. 

In particolare, la produzione è aumentata del 59% negli ultimi due anni, trend che porterà nel 2015 a 2.800.000 le ore lavorate. Gli interventi industriali hanno permesso la riduzione di oltre il 50% del "tempo di attraversamento", consentendo il mantenimento dei tempi di consegna.

Nel primo trimestre 2015 è stato realizzato il record di ore lavorate, con marzo che è stato il mese migliore di sempre. È stata realizzata un'efficienza produttiva dell'81-83%, con abbattimento dell'assenteismo e costo del lavoro di 43 €/ora, in linea con la concorrenza.

Inoltre, vengono confermati gli investimenti previsti dal piano industriale di AnsaldoBreda, che sono in via di completamento e che renderanno ancora più competitiva l'azienda.

L'azienda ci ha inoltre confermato che a luglio o al massimo dopo l'estate dovrebbe - salvo imprevisti - realizzarsi la chiusura del contratto di vendita con il conseguente conferimento attraverso la cessione di ramo di azienda a Hitachi Rail Italy spa dei siti di Pistoia, Napoli e Reggio Calabria, oltre alle controllate estere AnsaldoBreda Inc. e AnsaldoBreda Espana con un organico complessivo di  1.974 unità di cui 1.930 in Italia, mentre non saranno ceduti il sito di Palermo con 153 unità e i 129 lavoratori impegnati in programmi non profittevoli. Saranno quindi 282 i lavoratori che rimarranno in carico a Finmeccanica.

Il quadro  presentatoci dalla direzione aziendale rafforza ancora di più la posizione, già espressa dalla Fiom nazionale, di contrarietà sulla decisone assunta da Finmeccanica di vendere AnsaldoBreda e il segnalamento, se la cessione andasse in porto il nostro paese perderebbe un altro settore strategico. Oltre a questo non è chiaro perché un'azienda che è stata risanata e rilanciata viene venduta a un prezzo risibile 36 milioni di euro, riducendo ulteriormente l'organico di 282 unità e la chiusura di un sito produttivo come quello di Palermo senza che ad oggi, salvo la dichiarazione che sarà Finmeccanica a farsene carico, ci sia stato presentato alcun progetto certo. Allo stesso modo, ad oggi, le uniche garanzie che sono state fornito sulle prospettive industriali è che sarà Finmeccanica che dovrà farsi carico di garantire le commesse a Hitachi per i prossimi tre anni.

Sottolineiamo che a tutt'oggi, malgrado più volte richiesto, non ci è stato illustrato il piano industriale di Hitachi.

Alla luce di tutto questo la Fiom nazionale ritiene non più rinviabile un tavolo di confronto "vero" che affronti tutte le questioni aperte a partire dal piano industriale di Hitachi, le soluzioni e le prospettive occupazionali di Palermo, la gestione e le garanzie dei lavoratori che dovrebbero rimanere in carico a Finmeccanica, la discussione sulle annunciate esternalizzazioni e sulla ricollocazione dei lavoratori interessati.

 

FIOM NAZIONALE

 

Roma, 6 maggio 2015

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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