Unisys, multinazionale americana di informatica, servizi e consulenza, ha aperto nei giorni scorsi una procedura di mobilità per quasi un terzo del proprio personale, 80 dipendenti su 300 circa.
L'azienda ha naturalmente giustificato con la crisi ed il bilancio in grave perdita tale numero, elevatissimo, di esuberi.
Le multinazionali non devono però continuare a scaricare sui lavoratori italiani il risultato di scelte manageriali sbagliate.
Per Marco Mandrini della Fiom-Cgil sarà fondamentale l'utilizzo degli ammortizzatori sociali per affrontare la situazione difficile dell'azienda, con percorsi di riqualificazione e ricollocazione.
Le assemblee dei lavoratori di Milano e Roma convocate per mercoledì 18 febbraio definiranno le proposte specifiche da portare all'azienda per l'incontro del 25 febbraio in Assolombarda, comprese eventuali iniziative di lotta laddove non si trovino soluzioni condivise.
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 16 febbraio 2015