Si è tenuta in data odierna la trattativa per il rinnovo del PDR, l’azienda è tornata al tavolo con delle aperture che sono state ritenute più di forma che non di sostanza perché ancora non superano il nodo della redistribuzione fattuale degli utili che l’impresa ha conseguito e conseguirà nel prossimo futuro.
Abbiamo ribadito la necessità che, a realizzazione degli utili, corrisponda equa redistribuzione alle lavoratrici e ai lavoratori. L’azienda si è presa tempo fino alla prossima settimana per fare gli approfondimenti sulle controproposte sindacali. Resta alta la nostra attenzione e la consapevolezza che, se non venissero rimossi ostacoli sistemici nella formula del PDR, sarebbe inevitabile la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori contro l’ingordigia aziendale.
Ulteriormente preoccupante sul fronte delle relazioni è il confronto apparentemente banale riguardante la pianificazione delle chiusure collettive per il 2024.
Ricordiamo a tutti gli accordi sperimentali precedenti nei quali avevamo condiviso la smaterializzazione del calendario, proprio perché non siamo al cospetto di ragioni tecnico organizzative che giustifichino una serrata, come per un’azienda metalmeccanica classica. Inoltre, in virtù della tipologia della nostra azienda, molte lavoratrici e lavoratori saranno chiamati a derogare dall’azienda stessa per le loro attività.
Fatto sta che l’azienda non solo interrompe la sperimentazione accolta positivamente dalle lavoratrici e dai lavoratori, ma in spregio alle relazioni sindacali e al CCNL intende imporre 15 giorni di chiusura e 5 di PAR obbligando i dipendenti a ponti inesistenti: a titolo esemplificativo il 4 novembre 2024. Questo avrebbe solo l’obiettivo di imporre in maniera autoritaria la pianificazione delle ferie alle lavoratrici e ai lavoratori e vede il coordinamento nazionale RSU e le organizzazioni sindacali completemente contrarie. Se l’azienda decidesse di proseguire confermando un calendario con forzature così autoritarie, farebbe un grave torto alle lavoratrici e ai lavoratori prima ancora che alle relazioni industriali.
Su entrambi gli elementi saranno comunicati quanto prima eventuali sviluppi ed eventuali azioni necessarie a ricondurre il dialogo alla sua normalità.
Roma 6 dicembre 2023
Dxc. Premio di produzione e ferie collettive
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