È stato prorogato senza una reale trattativa e quindi escludendo dal tavolo la delegazione della Fiom, il Contratto collettivo specifico di lavoro, con la decisione della delegazione aziendale di tenere divisi i tavoli di trattativa e con la manifesta volontà di non volere un nuovo contratto ma di volere prorogare l’esistente, nonostante il mondo intorno a noi sia cambiato.
Fca non esiste più dopo l’acquisizione e la nascita di Stellantis, CNHi è separata da Iveco, Ferrari poi ha sempre avuto due livelli di intese. Poi c’è Marelli, che sta contrattando l’armonizzazione con i due livelli contrattuali: il Contratto collettivo nazionale di lavoro e quello aziendale.
L’intesa dell’8 marzo è la conservazione di una rendita del passato che non affronta i problemi attuali. L’unica piattaforma votata dai lavoratori – quella della Fiom – prevedeva l’aumento in paga base per recuperare il potere d’acquisto che l’inflazione sta divorando, con una «una tantum» a dicembre defiscalizzata.
Unendo le forze sindacali, coinvolgendo direttamente operai e impiegati, si sarebbe potuto ottenere un importante risultato che la divisione ha impedito.
In Stellantis l’effetto degli ammortizzatori sociali rende nominali gli importi, mentre la perdita di potere d’acquisto è reale quando si pagano bollette e si fa la spesa; per questo in piattaforma la Fiom ha chiesto il riconoscimento della maturazione di ferie, permessi, tredicesima e premio oltre che una integrazione al reddito.
La delegazione aziendale, trainata da Stellantis, escludendo la Fiom dalla trattativa ha impedito il cambiamento, l’innovazione e la riunificazione dei lavoratori. Ma i problemi per i lavoratori continueranno ad esserci e la Fiom continuerà a essere con loro.
Abbiamo proposto un sistema di relazioni industriali paritario che – vista la crisi del settore dell’automotive – si basasse sulla partecipazione, ma è stata scelta la strada dell’esigibilità e delle sanzioni.
Chi non ha rispettato gli obiettivi del Ccsl dei «salari tedeschi» e della «piena occupazione» non sono i lavoratori ma l’azienda: il contratto prevede sanzioni per i delegati\e. In due anni e mezzo in Stellantis, oltre alla cassa integrazione, ci sono state uscite di 7.000 lavoratori, aumento dei carichi e peggioramento delle condizioni di lavoro.
C’è poco da festeggiare visto che la cassa integrazione continuerà in assenza di un piano industriale e occupazionale di investimenti sull’Italia.
Le aziende Stellantis, CNHi, Iveco e Ferrari devono sapere che in assenza di un sistema di relazioni sindacali condiviso, la Fiom con i suoi delegati\e continuerà a contrattare tutto stabilimento per stabilimento: le parti normative, salariali e della prestazione di lavoro, fino agli interventi necessari a tutelare l’occupazione. Vogliamo farlo insieme a tutti gli impiegati e operai esclusi dalla proroga del Ccsl che vorranno partecipare.
Chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori di essere presenti in assemblea, iscriversi e dare alle delegate e ai delegati della Fiom la forza contrattuale e di rappresentanza necessaria: insieme possiamo!