Nel pomeriggio del giorno 1 marzo si è tenuto l'incontro tra le Segreterie nazionali di Fim, Fiom Uilm e l'Ad di Leonardo per la riunione dell'Osservatorio Strategico prevista dal Contratto integrativo di gruppo.
L'incontro è stato convocato per illustrare alle OOSS le linee strategiche contenute nel Piano industriale 2017-2021 e, contrariamente al precedente, si è svolto prima della presentazione al management di gruppo e agli operatori delle Borse internazionali.
L'Ad Moretti ha annunciato che la fase di ristrutturazione è finita e che il prossimo piano industriale sarà orientato alla crescita stabile e allo sviluppo, anche grazie alle scelte di radicale discontinuità con quanto ereditato nel 2014:
-
la mancanza di un vero Piano industriale per il complesso delle attività svolte da Gruppo, che legittimava una struttura societaria disarticolata e una politica delle alleanze episodica, spesso dettata dalle supply chain;
-
acquisizioni sopravvalutate e in perdita (vedi Superjet e Drs) per 6,5 miliardi di Euro, comprate a debito e con tassi di interessi al 6,7% fino al 2040, le attività di Grottaglie ed alcune della Elettronica di Selex, anche in questo caso con gravissime perdite;
-
ordini tossici (che rispondevano ad esigenze diverse da quelle industriali) per oltre 300 milioni di euro destinati, seppure in piccola parte, ad appesantire il portafoglio complessivo;
-
un assottigliamento per 4,5 miliardi di euro del capitale sociale a copertura degli investimenti rivelatisi sbagliati;
-
una gestione clientelare, frammentata e autarchica della supply chain da parte delle ex aziende, che ha prodotto bassa qualità delle forniture e un meccanismo di crescita esponenziale delle penali a causa della mancanza di materiali just in time che consentissero la continuità delle produzioni;
-
enormi problemi reputazionali a livello internazionale, vedi la vicenda degli elicotteri per l'India.
I dati del bilancio 2016 appena approvato registrano un'inversione di tendenza positiva rispetto a quelli del 2013-2014:
-
nel 2014 la perdita annua era pari a 650 milioni. Gli investimenti fatti da allora non hanno comportato nuovi debiti;
-
Leonardo può contare su 20 miliardi di euro di ordini (esclusi quelli delle JV, ora contabilizzati a parte) per un backlog di 35 miliardi consolidati;
-
il risultato netto ordinario al 2016 supera i 500 milioni di euro (era 253 milioni nel 2015 e -649 a fine 2013);
-
il Mol passa dal 10,9% al 16% per un valore assoluto di 1,9 miliardi di Euro;
-
guardando agli indicatori di produttività pro capite, l'Ebitda passa da 27.000 a 40.000 euro, l'Ebita da 16.000 a 27.000 euro;
-
il Flusso di cassa ordinario (FOCF) da – 220 sale a + 700;
-
il patrimonio netto di bilancio passa da 3,679 a 4,400 miliardi di Euro, mentre il ritorno sul patrimonio netto da -12% sale a + 17%;
-
il debito scende da 3,9 miliardi a 2,8, con un tasso di indebitamento sul patrimonio netto che scende da 1,1 a 0,6%. Il debito è stato riacquistato da Leonardo per circa 600 milioni, ma in futuro il miglioramento del rating consentirà di rinegoziarlo a tassi di miglior favore;
-
il fatturato complessivo raggiunge i 12 miliardi di Euro, con un investimento in ricerca per tutti i settori di attività dell'1,4%.
Nella sostanza dai dati presentati l'azienda sta recuperando posizioni significative rispetto ai competitors su tutti gli indicatori economici ed è questo l'aspetto più significativo che consente la svolta dalla riorganizzazione all'investimento.
Moretti ha rivendicato la scelta della One Company come strumento propedeutico all'attuazione degli indirizzi strategici del prossimo Piano industriale:
-
controllo della Corporate sulle attività delle Divisioni, controllo del portafoglio ordini e qualificazione del sistema della fornitura;
-
ritorno ad una generazione ordinaria di cassa, frutto di una robusta programmazione industriale e di una valutazione attenta del risk assesment per ogni operazione attivata;
-
centralizzazione di alcune attività trasversali alle Divisioni, come procurement, manifacturing, Ict e parte delle Ingegnerie, nel nome dell'efficienza industriale;
-
costruzione di Legal Entity Leonardo in 8 regioni di mercato (in Uk è in via di costituzione la Leonardo Westland, poi toccherà alle regioni araba, turca, cinese ecc..) per penetrare in modo strutturato in quei mercati;
-
nuovi moduli di business mirati ad offrire servizi integrati per un ciclo di vita più lungo dei prodotti;
-
un intervento su Atr con un investimento da realizzare a breve (restyling dell'attuale e nuova piattaforma multipourpose per il futuro, da disegnare e allestire in Italia, per il trasporto passeggeri, merci e per il trasporto tattico nei teatri militari);
-
sviluppo tecnologico in Cyber security, robotica, intelligenza artificiale, addestramento dual role (per coprire tutte le operazioni sul campo) elettronica per la difesa, ecc..
-
consolidamento della tendenza in crescita dei ricavi, oggi a 3,5/5%, per arrivare all'11% a metà Piano;
-
disponibilità ad investire 2,5-3 miliardi di euro, rafforzando le attività core, senza aggredire il patrimonio consolidato.
Moretti ha annunciato di voler accelerare nella realizzazione del piano di focalizzazione sul core business, a partire da investimenti importanti nell'elettronica della difesa, e nel ribilanciamento delle alleanze nel settore spazio. Secondo il piano presentato la crescita verrà realizzata attraverso acquisizione di attività e di aziende, nuove alleanze e accordi di partnership industriale (con una previsione di aumento del fatturato intorno al 5% all'anno).
Nel rivendicare la bontà dei risultati ottenuti e l'impostazione sul piano dei prossimi anni l'ing. Moretti ha tenuto a sottolineare che ormai l'azionariato di Leonardo è fatto al 50,4 % da fondi istituzionali, il 98% dei quali è costituito da fondi americani ed inglesi che hanno manifestato apprezzamento per i risultati conseguiti (a partire dal raddoppio del valore dell'azione, pari a poco più di 6€ nel 2014 ed oggi oltre i 13€).
Naturalmente come Fiom Cgil abbiamo preso atto delle cifre riportate nel bilancio appena approvato.
Non v'è dubbio che il piano abbia puntato soprattutto sulla razionalizzazione, come abbiamo sostenuto sin dall'inizio e come lo stesso Ad ha riconosciuto nella comunicazione data agli investitori.
Questo ha prodotto gli evidenti risultati economici, ma ha messo in difficoltà la struttura industriale ed in particolare modo l'indotto, che ha pagato un prezzo molto alto.
Nello stesso tempo avevamo salutato positivamente l'opera di moralizzazione messa in campo smontando il sistema delle clientele, e siamo perché si continui su questa strada, portando però particolare attenzione agli effetti sui lavoratori dell'indotto, rispetto ai quali dobbiamo attivare tutti i percorsi possibili di salvaguardia/ricollocazione occupazionale.
Abbiamo successivamente riconfermato tutte le preoccupazioni espresse sin dal Convegno di ottobre 2015 rispetto alla dimensione di Leonardo nello scenario internazionale.
Anche in considerazione degli obiettivi industriali del nuovo Piano occorre che da subito il Governo italiano metta in campo azioni di ricapitalizzazione che sottraggano Leonardo alla sua attuale dimensione di piccola azienda, benché più solida che in passato, dentro una compagine di giganti industriali.
La crisi dell'Oil &Gas e le ricadute sui cambi di Brexit, nel quadro di una costante riduzione degli investimenti pubblici (-5% annuo) sul settore della difesa, rischiano di vanificare anche i risultati positivi raggiunti in termini di riduzione del debito e razionalizzazione della gestione.
Il protagonismo del Governo, in termini di risorse ma anche di alleanze internazionali, è la precondizione per dare respiro strategico anche ad alcune scelte annunciate nel corso dell'incontro, come la vendita di quote di Drs (pur mantenendone il controllo) da destinare ad acquisizioni sul mercato Usa, e l'investimento su Atr, che consentirebbe un riequilibrio delle produzioni Leonardo a favore del civile dall'attuale 35-65% al 50-50%, sulla base di quanto sta avvenendo con i primi 65 elicotteri (AW139) per il mercato cinese da adibire ad eliambulanze ( presto ne saranno commissionati ulteriori 45)
Nel corso dell'incontro abbiamo ribadito che il sostegno del Governo riveste particolare importanza anche dentro il disegno del Piano di difesa europeo che ha visto tutti i paesi rafforzare il loro intervento a favore delle imprese nazionali.
Questa è la ragione per la quale abbiamo chiesto unitariamente, con Fim e Uilm, la convocazione di un incontro da parte del Presidente Gentiloni sulle politiche industriali, sul livello di impegno che intende destinare alla più grande impresa metalmeccanica di questo paese, ovvero Leonardo, e a Fincantieri (in questo momento impegnata in una trattativa importante sui cantieri STX France che può avere ricadute proprio sulle attività della One Company).
Abbiamo inoltre ricordato che il segno positivo di molti degli indicatori di bilancio è il frutto dell'impegno profuso dalle lavoratrici e dai lavoratori del gruppo, inclusi quelli delle ditte di appalto, sui diritti dei quali non arretreremo di un millimetro.
Ci preoccupano in questo senso le prime avvisaglie di scarichi di lavoro che arrivano da qualche sito: per questo motivo abbiamo chiesto che a breve vengano convocati gli incontri delle singole Divisioni, con l'illustrazione puntuale dei budget approvati, dei nuovi prodotti e dei carichi di lavoro previsti, nonostante gli ordini annunciati appaiano buoni.
Sulla base della coerenza tra le scelte del nuovo piano industriale e le relative ricadute su ciascuna Divisione esprimeremo una valutazione compiuta sulle linee strategiche del prossimo quinquennio, avendo attenzione a individuare i possibili fattori di criticità e privilegiando nell'analisi il criterio della salvaguardia complessiva dell'occupazione, diretta e indiretta.
Abbiamo infine richiamato l'azienda ad una maggiore attenzione a quanto sta avvenendo a livello di singole divisioni e/o stabilimento in riferimento alla contrattazione integrativa.
Non è possibile che ci voglia più di un anno per applicarla concretamente e in ogni caso non può essere affidata ad interpretazioni fantasiose in sede aziendale. Questo è un problema che deve essere affrontato e risolto proprio per dare credibilità alle cose che dovremo fare e per dare ancora una ulteriore spinta al cambiamento (che deve interessare anche la qualità delle relazioni sindacali, nel rispetto dei ruoli reciproci).
Come Fiom nazionale socializzeremo questa valutazione con tutte le strutture territoriali e con la Delegazione trattante il prossimo 16 marzo, all'indomani dell'approvazione in via definitiva del bilancio da parte del Cda Leonardo e della presentazione dello stesso agli operatori finanziari a Londra. Al termine verrà prodotto un comunicato e messo a disposizione di tutte le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo.
Vi informiamo anche che non appena arriveranno dall'azienda le slide con i dati e le tabelle del bilancio vi verranno inoltrate.
Nel frattempo vi segnaliamo il link dell'illustrazione svolta dall'Ad Moretti presso la competente Commissione del Senato: http://webtv.senato.it/webtv_comm_hq?video_evento=3395
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 7 marzo 2017