Riteniamo inaccettabile la retorica di questi giorni contro i giovani uscita sui giornali dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fincantieri.
Peraltro non è neppure originale. Basti pensare al «bamboccioni» di Padoa Schioppa o alle castronerie della Fornero sui giovani che sarebbero «choosy».
Il problema reale è, per la Fiom, quali condizioni di vita e di lavoro vengono offerte ai giovani.
Dal rider al saldatore, dall’addetto alle pulizie o alla mensa all’elettricista, tutti i lavoratori subiscono troppo spesso sfruttamento e alienazione. Mettere i lavoratori in contrapposizione sulla base della mansione svolta, oltre che una stupidaggine, è un gioco vecchio in cui non cadiamo.
In questi anni, grazie anche al rilancio produttivo dell'azienda, si sono formati migliaia di lavoratori che operano in appalto e in subappalto per Fincantieri, spesso con condizioni nettamente inferiori ai 1.600 euro promessi a mezzo stampa dall'amministratore delegato.
Per rispondere alla richiesta di personale futura invitiamo l’azienda ad attingere, in primo luogo, a questo enorme bacino già professionalizzato oltre che a verificare con le organizzazioni sindacali la possibilità di dar vita a politiche attive del lavoro in grado di mettere allo stesso tavolo l'azienda, le scuole di formazione professionale, gli enti locali e tutti gli altri soggetti interessati.
I lavoratori degli appalti e dei subappalti sono sicuramente pronti a passare alle dirette dipendenze di Fincantieri e soddisfare l'esigenza di manodopera. È per questo che chiediamo, al di là delle dichiarazioni a mezzo stampa, di aprire un tavolo di confronto.