Nella contesa che sta dividendo Italia e Francia sulla proprietà dei cantieri navali di Saint Nazaire è arrivato il momento di sfidare il liberale Macron e vedere se davvero arriverà alla nazionalizzazione dei cantieri di Stx France. Con tutti i conflitti aperti tra i due paesi, una mediazione adesso sarebbe una resa incondizionata che farebbe male all'Italia e alla stessa azienda.
Ciò che sta accadendo è un ulteriore pessimo segnale per l'Europa - alla faccia di chi aveva salutato l'elezione di Macron come la salvezza dell'Unione - che mette in discussione pesantemente l'idea stessa di integrazione. L'Italia paga una visione “liberale” del mercato, in settori che invece tutti i paesi difendono strenuamente perché considerati giustamente strategici. Una visione di mercato miope e fortemente ideologica che fa a pugni con gli interessi del Paese e che ha portato in poco tempo banche, grande distribuzione, energia, aerospazio e difesa, moda (tutti settori sensibili per noi), ad aprirsi o addirittura a finire sotto il controllo francese.
Se la Francia arriverà a nazionalizzare Stx France, impedendo così a Fincantieri di portare a termine un'operazione di consolidamento dell'industria europea - che ormai ha senso solo se Fincantieri terrà la maggioranza del gruppo – saranno inevitabili le ripercussioni sulle molte partite aperte dai francesi nelle aziende italiane.
Fabrizio Potetti, responsabile Fiom-Cgil per Fincantieri
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 26 luglio 2017