Da tempo c'è un conflitto in atto tra lavoratori a Marghera che non vorremmo vedere, l’oggetto dello scontro è che nel cantiere lavorano, con contratti a vario titolo, lavoratori andati in pensione grazie alle tutele previste sull’amianto.
Non capiamo perché l’azienda abbia voluto produrre questa situazione, evidentemente oggetto di una scarsa programmazione del futuro e di una sottovalutazione del problema che non poteva non portare ad un conflitto. Oggi convivono infatti nello stesso territorio lavoratori che non hanno potuto utilizzare quelle norme e che dovranno lavorare in cantiere ancora per tanti anni, altri che per gli ammortizzatori sociali utilizzati in azienda non potranno andarci, e una disoccupazione giovanile impressionante, tra le più alte in Europa.
Per la Fiom-Cgil un’azienda pubblica come Fincantieri non deve produrre queste situazioni ed è bene che le affronti senza sottovalutare il problema. Se proprio a partire dalle aziende pubbliche non si fa politica industriale come si può dal governo richiamare continuamente la volontà di intervenire sulla disoccupazione giovanile se poi le società controllate adottano comportamenti così contraddittori?
L’azienda va bene, ha molto lavoro per i prossimi anni ed è in procinto di divenire, con l’acquisizione di STX France, un grande attore a livello globale della cantieristica navale. Possibile che non riesca a programmare questo aspetto del proprio futuro, evitando di richiamare lavoratori che hanno usufruito di una norma a tutela della salute e investendo invece sui giovani disoccupati del territorio, formandoli in azienda per le importanti sfide del futuro che dovrà affrontare?
Se quelle professionalità sono necessarie doveva trasferirle ad altri lavoratori prima che andassero in pensione e se adesso sono nuovamente a lavoro per necessità dell’azienda, che si assumano giovani da affiancare per trasferirgli queste competenze.
In questo modo si darebbe una risposta alla disoccupazione devastante che colpisce i nostri giovani e alla necessità di non perdere professionalità e competenze uniche che il mondo ci invidia.
Fincantieri ha quindi la possibilità di risolvere positivamente il conflitto in corso, evitando di dover ricorrere ad assunzioni di lavoratori pensionati e assumendo quel ruolo vero di azienda pubblica, in grado anche di adottare quelle politiche industriali necessarie al paese per superare la crisi e la disoccupazione.
Ci aspettiamo per questo una decisa inversione di rotta che metta al centro, insieme alle ragioni industriali, una politica industriale sensibile ai problemi del Paese.
Fiom nazionale
Roma, 29 giugno 2017