“Si è tenuto oggi l'incontro tra le organizzazioni sindacali e la dirigenza italiana del gruppo Stellantis per fare il punto sull’accordo dei “contratti di espansione”. Durante l’incontro la direzione ha fatto presente che i numeri di coloro che sono nelle condizioni di lasciare l’azienda per pensionamento o volontarietà sono di ulteriori 400 rispetto a quelli già previsti dal contratto di espansione e di conseguenza è stata avviata la procedura di uscita incentivata volontaria.
Abbiamo chiesto all’azienda, di proseguire il percorso avviato con il contratto di espansione con l’impegno ad assumere giovani impiegati a fronte di queste nuove uscite, per avviare un ricambio generazionale e avere un minimo di certezza rispetto al futuro nonché alla missione delle strutture centrali, in particolar modo quelle torinesi che sono le più grandi. La direzione aziendale ha risposto che l'obiettivo è il ricambio generazionale ma senza assumere impegni effettivi su numeri certi e pertanto abbiamo deciso di non firmare l’accordo di fuoriuscita. Per le attività sono state annunciate differenti azioni, ma al momento ancora non c'è un vero piano e per questo ci dovranno essere ulteriori approfondimenti. Stessa cosa per quanto riguarda gli stabilimenti da quelli motori in particolare diesel, alla gigafactory, alla Sevel, tutti ancora senza una prospettiva futura.
Anche se in modo differente da quello che è successo qualche settimana fa con la chiusura dello stabilimento Maserati di Grugliasco siamo di fronte a un ridimensionamento senza che ci sia un piano di rilancio per tutti gli stabilimenti italiani. Abbiamo valutato che l’accompagnamento puro di processi di dimagrimento e di diminuzione delle capacità produttive e di progettazione non può essere la strategia da perseguire perché è in perdita e non fa altro che continuare la strada del continuo abbandono di importanti attività produttive e ingegneristiche. Contrariamente servirebbe un rilancio imponente della produzione e progettazione di auto da fare nel nostro Paese che coinvolga anche tutta la filiera automotive che è in grande sofferenza, ecco perché è urgente e non più rinviabile l’intervento del Governo che continua invece a giocare un ruolo da spettatore marginale”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil e Edi Lazzi, segretario generale Fiom-Cgil
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 1 dicembre 2021