La sospensione delle attività produttive per tutto il comprensorio dell'area industriale della FCA di Melfi, è stata inevitabile vista l'emergenza della diffusione della pandemia del Covid-19.
L'utilizzo degli ammortizzatori sociali per il Covid-19 ha riguardato all'incirca 3.000 lavoratori della componentistica dell'indotto della FCA di Melfi compreso i lavoratori della logistica.
La Fiom-Cgil a tutti i livelli, nazionale, regionale e i delegati di fabbrica, già dai primi giorni di marzo ha prontamente esercitato un ruolo importante di rappresentanza e contrattazione in tutte le fabbriche dell'area industriale di Melfi, per la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Le pressioni aziendali fin da subito hanno dimostrato l'interesse al profitto come priorità anteponendolo persino alla salute dei lavoratori, nel momento di emergenza hanno provato a mantenere le produzioni invariate, come se le fabbriche fossero luoghi avulsi dall'epidemia e le indicazioni per il contenimento del contagio del Covid-19 provenienti dal mondo scientifico, non valessero per le fabbriche e per i lavoratori, così come avveniva nel resto del paese.
L'azione sinergica di tutte le strutture sindacali, è servita a produrre accordi e risultati positivi per tutti i 3.000 lavoratori coinvolti nell'area industriale di Melfi, attivata a mettere in sicurezza i lavoratori con richieste di riduzione delle produzioni, modifiche all'organizzazione del lavoro con azioni che evitino gli assembramenti, per il mantenimento della distanza di sicurezza, per l'utilizzo di dispositivi anti-contagio etc... nei luoghi di lavoro.
Tutto questo si è potuto realizzare grazie alla fiducia e al senso di responsabilità che, in questa situazione di emergenza, i lavoratori hanno dimostrato nella nostra organizzazione.
Importante per la totale salvaguardia dei lavoratori nelle fabbriche, è stata la fermata decretata dal governo sotto la spinta del sindacato che riduce le attività essenziali non necessarie in questa emergenza, che ha creato le condizioni per tutte le aziende della componentistica di attivare lo strumento della cassa integrazione ordinaria con causale "emergenza COVID-19" per un totale di 9 settimane a partire dal 12 marzo fino al 13 maggio, così come previsto dal decreto legge n.18 de 17 marzo 2020.
Il sindacato per tutte le aziende ha fatto accordi per garantire a tutti i lavoratori l'anticipo dei versamenti della cassa, alcuni problemi sono stati espressi dalle aziende della logistica al quale si è richiesto uno sforzo per garantire nei tempi il salario ai lavoratori, si è chiesto inoltre alle aziende committenti che si facessero carico di tale situazione, per non far gravare questo stato di emergenza sui lavoratori.
Durante le riunioni si è richiesto ed ottenuto per la quasi totalità delle aziende:
1, la costituzione dei comitati previsti dal protocollo del 14 marzo 2020 per il contrasto e contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro;
2, l'applicazione di tutti i punti del protocollo, favorendo inoltre un continuo confronto con la RSU/RLS, la direzione aziendale e il medico competente, affinché ogni misura adottata possa essere condivisa e resa più efficace per la sicurezza e contenere i rischi del contagio del virus tra le persone che riprenderanno a lavorare. Continueranno il confronto affinché si possano valutare i tempi di rientro dei lavoratori alle attività produttive, visto il calo produttivo derivante dalla emergenza in corso;
3, il mantenimento occupazionale e che i lavoratori in somministrazione rientrino nei luoghi di lavoro;
4, si è richiesto la possibilità di effettuare una polizza assicurativa per il contagio del virus.
La Fiom-Cgil ritiene necessario che il confronto continui, per garantire e tutelare la salute di tutti i lavoratori, per valutare lo stato di avanzamento delle azioni da adottare a partire dalle modifiche necessarie sugli impianti e sull'organizzazione del lavoro, sul flusso e l'utilizzo dei mezzi di trasporto per raggiungere i luoghi di lavoro.
Il confronto si ritiene fondamentale per l'aggiornamento e l'applicazione di eventuali ulteriori provvedimenti, che il sindacato a tutti i livelli sta richiedendo al governo, per la salvaguardia occupazionale e salariale di tutti i lavoratori.
La Fiom-Cgil ritiene importante che la ripartenza dell'industria metalmeccanica, il dopo pandemia che deve avvenire quando ci sarà la conferma da parte del comitato scientifico e tecnico, avvenga guardando al futuro modificando le strategie industriali. Bisogna rimettere al centro il tema del lavoro e la qualità dei diritti, nel nostro paese, per la Fiom è fondamentale l'innovazione come volano per il superamento della crisi del settore, oggi aggravata dall'attuale pandemia.
FIOM CGIL NAZIONALE
FIOM CGIL BASILICATA
Roma, 1 aprile 2020