Investor day: continua l’odissea dei lavoratori
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L'investor day ha celebrato la riuscita della missione impossibile dell'amministratore delegato: abbattimento del debito, aumento dei ricavi, valorizzazione finanziaria degli asset.
Il prossimo CEO porterà avanti la “filosofia” di Marchionne che, dopo aver evitato alla Fiat di finire fuori strada, ha garantito il pilota automatico della rendita costante alla proprietà. FCA non cambia strada quindi, non c'è la svolta industriale che sarebbe necessaria per l'Italia e per i lavoratori, dagli enti centrali agli stabilimenti di motori e assemblaggio.
L'investor day sarebbe dovuto essere il pit stop per assicurare le risorse finanziarie utili a cambiare strada, innovare per competere in un mercato dell'auto in fortissimo cambiamento.
Il positivo lancio delle motorizzazioni elettriche e ibride con un investimento importante è indispensabile e fondamentale, ma FCA dovrà assicurare agli stabilimenti italiani la ricerca, lo sviluppo e la produzione per assicurare un futuro di crescita.
Per tutti i lavoratori del gruppo la notizia negativa è arrivata quando l'amministratore delegato ha spostato al 2022 l'obiettivo del pieno utilizzo degli impianti, quindi la piena occupazione è stata rinviata di piano in piano. Da “Fabbrica Italia” nel 2011 al piano del 2014 fino al 1° giugno con la certezza che dovremo fare i conti ancora con gli ammortizzatori sociali per i prossimi anni, come dimostra l’apertura della procedura di cassa integrazione per 15 mesi per lo stabilimento di Pomigliano.
Molti stabilimenti oggi sono in contratto di solidarietà (Mirafiori, Grugliasco, Pomigliano, Nola con l'imminenza della scadenza), molti altri potrebbero essere investiti da una riorganizzazione, come Melfi (con la Punto che va a esaurirsi) e Modena dove continua l'attesa per la conferma di modelli che rimettano tutti finalmente al lavoro.
Ancor più preoccupante è la situazione dei lavoratori di Cento e Pratola Serra che producono motori diesel: da due anni chiediamo e ribadiamo la necessità di un piano di transizione dei due stabilimenti per salvaguardare i lavoratori.
E' indispensabile evitare di passare le prossime settimane a interpretare le dichiarazioni di Marchionne. Per i sindacati è ora di uscire dal loop di interpretare la situazione occupazionale e industriale con una lettura del “bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto”, è ora di riprendere a fare il proprio mestiere: negoziare.
Per curare gli interessi del nostro Paese e dei lavoratori è indispensabile un tavolo di confronto nazionale in cui ognuno faccia la propria parte: azienda, governo e sindacati. I governi precedenti non hanno avuto il coraggio di mettere allo stesso tavolo gli interessi del Paese, dei lavoratori e dell'impresa.
E' necessario unire le forze per dare risposte ad alcune domande di fondo: dei modelli annunciati quali, quanti e dove saranno prodotti? Quanti lavoratori occuperanno? I motori elettrici saranno prodotti dalla Marelli in Italia? Per gli stabilimenti del diesel come sarà affrontata la transizione? La ricerca e sviluppo sarà realizzata in Italia? Su quali modelli e quali motorizzazioni?
A queste domande bisogna dare risposte con una intesa nazionale che dia garanzia occupazionale sia per chi è sottoposto agli ammortizzatori sociali sia per i lavoratori precari.
C'è bisogno di rigenerare gli stabilimenti permettendo a chi sarebbe già dovuto essere in pensione di andarci senza penalizzazioni e a chi cerca un lavoro di poterlo avere.
E' necessario cambiare sia nell'interesse dei lavoratori che dei cittadini. E' interesse generale produrre auto sicure, ecologiche, condivise e di massa.
Chi lavora in questi anni ha fatto sacrifici e ha visto la proprietà fare utili, mentre la sua paga base è rimasta più bassa di quella degli altri metalmeccanici.
E' indispensabile un piano per la rioccupazione di tutti i lavoratori di FCA, avere garanzie per il futuro della Magneti Marelli e per risolvere le criticità presenti in CNHi.
LAVORO, CONTRATTAZIONE, SALARIO, CONDIZIONI DI LAVORO e DEMOCRAZIA
LA FIOM CONTINUA IL WORKERS DAY PERCHÉ VOGLIAMO METTERE I LAVORATORI AL CENTRO
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 5 giugno 2018