Nei giorni scorsi Fca ha annunciato fermate in molti stabilimenti italiani: la situazione dall'inizio dell'anno è peggiorata, lo dice il fatto che si fermeranno per 4 giorni a marzo i lavoratori impiegati negli Enti centrali e i Centri ricerca di Mirafiori e Pomigliano d’Arco.
Per il “polo del lusso” la situazione a marzo non migliora: Mirafiori lavorerà solo otto giorni mentre a Grugliasco i lavoratori rimarranno a casa, per decisione della direzione aziendale, dal 22 al 27 marzo e anche ad aprile. I numeri negativi di Maserati colpiscono anche i lavoratori di Modena che non varcheranno i tornelli per otto giorni a marzo e per la prima settimana di aprile.
A Cassino le aspettative di ritorno al lavoro per i 500 giovani, lasciati fuori dai cancelli perché precari, rischiano di svanire visto che dal 22 al 31 marzo anche i lavoratori a tempo indeterminato saranno costretti a subire l’ennesimo fermo produttivo dei modelli Alfa. L’effetto domino delle comunicazioni dei fermi produttivi, con lo spegnimento degli impianti, è iniziato con i lavoratori impiegati sulla linea della Punto di Melfi che rimarranno a casa dal 19 al 30 marzo. A Pomigliano d’Arco lo stop completo sarà di otto giorni e i lavoratori saranno costretti a restare a casa.
Inoltre, destano forte preoccupazione le dichiarazioni sulla riduzione, entro il 2022, dei motori diesel, per il futuro degli stabilimenti motori e cambi come la Vm di Cento e la Pwt di Pratola Serra. Mentre per i lavoratori della Magneti Marelli si alternano dichiarazioni sullo spin off ma nessuna comunicazione formale è stata data ai sindacati nonostante le richieste di chiarezza. Altre incertezze vengono dalle dichiarazioni del Ceo di Cnhi Richard Robin sul possibile spin off del marchio Iveco, dalla mancanza di prospettive della divisione costruzioni (Lecce e San Mauro), dal rinvio del rilancio produttivo di Brescia e dalla necessità di stabilizzare dei lavoratori precari di Suzzara.
In Cnhi a Torino, Modena e Jesi è indispensabile un confronto puntuale sull'organizzazione del processo produttivo per il miglioramento delle condizioni di lavoro. Cnhi, nel corso del 2017, ha registrato utili e ricavi in crescita e ha restituito dividendi agli azionisti. Mentre per i lavoratori il premio di efficienza erogato nel 2018 è stato per 4 stabilimenti pari a 0. La media nei restanti stabilimenti si è dimezzata rispetto al premio dello scorso anno. In Fca il management, raggiungendo gli obiettivi finanziari, ottiene super bonus mentre per i lavoratori la paga base continua ad essere inferiore ai metalmeccanici a cui si applica il contratto nazionale.
Il 2018 per i lavoratori di Fca si apre peggio di come si è chiuso il 2017. Le giornate di fermo per i centri di ricerca e per la produzione sono ormai da allarme rosso.
L’investor day di giugno è troppo lontano, troppe incertezze sul futuro, sia per il polo del lusso che per la produzione di utilitarie. Nei mesi che dovrebbero vedere i centri di ricerca al lavoro per il nuovo piano assistiamo con sconcerto ad un fermo totale.
Il governo dopo l’incontro di venerdì 16 febbraio deve affrettare la convocazione di un tavolo nazionale con la direzione di Fca. Troppo tempo è passato e poco ne abbiamo davanti, nel frattempo i lavoratori continuano a pagare con una riduzione dei loro salari e senza certezze per il futuro.
La Fiom fa appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori. I sindacati firmatari, invece di dividere i lavoratori, s'impegnino in una campagna di assemblee e iniziative unitarie per riaprire la vertenza sul piano occupazionale e industriale.
È indispensabile che la proprietà faccia chiarezza sul futuro, non pensi solo all'azzeramento del debito, investa su nuovi modelli e favorisca la transizione dai modelli con motori tradizionali a nuove motorizzazioni ibride ed elettriche, perché senza innovazione non c’è futuro e occupazione.
12-17 marzo mobilitazione nazionale
per il lavoro e i diritti negli stabilimenti Fca
LA FIOM C’È, IL FUTURO NON ASPETTA
Fiom nazionale
Roma, 9 marzo 2018