Tangenti per lavorare, migliaia di euro estorti ai neoassunti per trovare un impiego nelle aziende dell'automotive: è la denuncia pubblica del vescovo di Melfi, Todisco. Una verità nascosta per troppo tempo, troppa paura del ricatto del lavoro in tempi di disoccupazione a due cifre. In questi anni la Fiom più volte ha sollevato il problema della trasparenza sulle assunzioni nelle assemblee con i lavoratori, nelle iniziative pubbliche, ma soprattutto chiedendo un confronto sulle regole con cui le aziende e le agenzie di lavoro interinale ingaggiano i lavoratori.
La deregolamentazione del collocamento e dei rapporti di lavoro ha reso vulnerabili e ricattabili le persone, e di questo il Parlamento e il governo devono farsi carico. Oggi, per inoccupati e disoccupati di tutte le età il lavoro da diritto è diventato troppo spesso un "favore" di cui ricompensare i caporali. Inoltre, oltre alle "regalie" spesso ai neoassunti non è garantita nemmeno la parità di trattamento economico.
La Fiom con il Nidil si sono fatti promotori dell'avvio di un confronto con le aziende di somministrazione per condividere un percorso trasparente, che però non è mai partito.
Il vescovo di Melfi indica in alcuni presunti sindacalisti, in realtà caporali, l'aggancio per giungere all'assunzione attraverso un sistema di corruzione. Corruzione di cui devono occuparsi gli organi competenti, corruzione che produce un effetto domino: perché se c'è un caporale che segnala c'è una agenzia che somministra è una azienda che si fa somministrare lavoratori che pagano tangenti.
Questo sistema di "segnalazioni" può essere fermato.
Togliendo alle agenzie e alle imprese la possibilità di poter assumere senza trasparenza e criteri indiscutibili.
La Fiom propone un accordo alle istituzioni, associazioni di categoria, agenzie e imprese con cui prevedere che i nuovi assunti provengano da scuole e università pubbliche. Queste ultime di anno in anno si impegnano a rendere pubblico l'elenco degli studenti diplomati, che su base meritocratica entrerebbero in un bacino da cui le imprese procederebbero all'assunzione.
Inoltre, si potrebbe aggiungere un bacino composto sia dalle persone che hanno svolto attività lavorativa con contratti di lavoro precario e a termine, sia dai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo a seguito di ristrutturazioni attraverso una mobilità orizzontale sulla base delle competenze.
La Fiom avanza un proposta chiara e pubblica di confronto con i lavoratori, le istituzioni, le imprese e i sindacati perché non può rimanere inascoltata la denuncia.
Infine, invitiamo tutti i lavoratori a denunciare i caporali che hanno percepito denaro: metteremo a disposizione le nostre strutture sindacali e legali per combattere la corruzione.
Il lavoro è un diritto, la dignità non è in vendita.
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 15 maggio 2017