Venerdì, 22 Novembre 2024

Volantino Fiom. Fca: Fiat e Alfa un piano tutto da verificare


Il piano presentato prima ad azionisti e analisti non trova la spinta della borsa e non garantisce il lavoro di cui in Italia abbiamo bisogno.

Una manifestazione lunga una giornata, ricca di effetti speciali, a cui hanno creduto solo i sindacalisti italiani giunti negli Stati Uniti per applaudire il nuovo piano dell'amministratore delegato. Il nuovo piano riduce di molto i numeri previsti nel 2010 dal Piano Fabbrica Italia. Chi si ricorda dei 20 miliardi di investimento e 18 nuovi modelli che a regime sarebbero state 1 milione e 400mila auto, il tutto incentrato sul rilancio del marchio Alfa?
Ma siccome di passato s'invecchia è utile guardare al piano presentato per la prima volta lontano da Torino e che traccia gli obiettivi fino al 2018. Innanzitutto un numero: 700mila sarebbero le auto che si dovrebbero produrre nel 2018 negli stabilimenti italiani, ma bastano ad assicurare l'occupazione per tutte le lavoratrici ed i lavoratori oggi posti in cassa integrazione o in contratto di solidarietà? Quali sono i tempi per andare a regime nei singoli stabilimenti? Con quali soldi si finanzieranno gli investimenti visto l'indebitamento del gruppo? Perché non ci sono investimenti su modelli elettrici o ibridi? Motori e cambi per le nuove auto dove saranno prodotti? Che fine fanno nel progetto di riorganizzazione gli stabilimenti Marelli della Plastic Component? Quale impatto avrà il piano sull'indotto? Tutte domande che faremo all'Amministratore delegato il giorno in cui lo incontreremo per discutere il Piano.
Mentre le altre organizzazioni sindacali applaudono al nuovo piano, noi vogliamo verificare l'impatto che avrà sull'occupazione negli stabilimenti italiani vista la scelta di concentrare la produzione futura sul segmento Premium che con numeri bassi assicura una più alta marginalità all'impresa ma non garantisce l'occupazione. Il 2018 è lontano, quanti lavoratori arriveranno a quella data, e come, se non si apre un tavolo che richiami tutti alle proprie responsabilità, management e Governo, visto che impiegati e operai pagano da anni con la cassa la crisi del settore e le scelte dell'azienda.
E' urgente che si apra un confronto negoziale perché affianco al nome di ciascun stabilimento ci sia il numero dei nuovi modelli e la tempistica, per poi garantire gli ammortizzatori sociali valutando innanzitutto il contratto di solidarietà che garantisce la rotazione ed il salario e non lasciare che stabilimenti come Termini Imerese vengano chiusi. I lavoratori sanno che ad oggi anche negli stabilimenti in cui ci sono nuovi modelli, come Melfi, la ristrutturazione e la riorganizzazione insieme a Wcm ed ErgoUas determinano una maggiore saturazione dei tempi ed una riduzione degli occupati. I lavoratori sanno che a Cassino annunciare un solo nuovo modello - mentre oggi due modelli sono a fine corsa – fa guardare al futuro con paura. I lavoratori sanno che in uno stabilimento come Pomigliano con la nuova Panda programmata nel 2018 ci sono davanti anni di ammortizzatori sociali. E sanno anche che a Mirafiori non bastano le auto programmate ad oggi per garantire il ritorno al lavoro per tutti.
L'amministratore delegato ha spiegato che non si volta pagina, ma che siamo dinnanzi ad un nuovo libro.
Senza lavoro, salute e sicurezza e uguali diritti sindacali il rischio è che quelle pagine rimangano bianche per i lavoratori.

La Fiom è in Fiat per verificare il piano e garantire il futuro insieme ai lavoratori

Roma, 12 maggio 2014

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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