Domenica, 22 Dicembre 2024

Sevel. Chiesti altri sacrifici a chi lavora in fabbrica

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In queste ultime ore la Sevel ha provveduto a richiedere ulteriori sacrifici a chi lavora nella fabbrica del Ducato. Lavoro straordinario a luglio (cinque giornate), ferie scaglionate (da giugno ad ottobre), recupero a data da destinarsi delle fermate tecniche e, per completare l’opera, straordinari a fine turno per chi lavora di notte. Proprio su questo ultimo punto diciamo che si è raggiunta quella condizione di mancato rispetto che mai avremmo immaginato negli anni passati.

Tanti giovani neoassunti, che operano sul turno di notte, sono stati invitati a prestare lavoro straordinario per tre ore. La domanda che poniamo è la seguente: può un lavoratore, dopo otto ore di lavoro prestato sul turno di notte, esausto ed assonnato, restare in fabbrica, sulla catena di montaggio, per ulteriori tre ore? La nostra risposta è NO!!!

Quello che accade ormai da mesi è da paleolitico dell’industria: ridurre le pause corrisponde a togliere alle persone che lavorano il Diritto ad avere un giusto periodo di riposo; aumentare i carichi di lavoro significa esporre chi opera al rischio che la vita lavorativa diventi un inferno; ignorare la logica di ridistribuzione della ricchezza rappresenta il mancato riconoscimento dei sacrifici profusi nel tempo; pretendere di lavorare al sabato ed alla domenica, tra l’altro nel mese di luglio, significa peggiorare notevolmente la condizione di vita; obbligare le persone a fruire le ferie in maniera scaglionata, determina un dissesto totale dei piani di vita delle famiglie; non contrattare, non discutere, rivela la volontà di imporre con autorità le scelte che fanno bene ad una sola parte; pretendere che le persone si rechino a lavoro, quando la Sevel sa che la fabbrica resterà ferma per ragioni tecniche, per poi rispedirle a casa è offensivo; chiedere a chi ha lavorato di notte di svolgere turni di lavoro da undici ore è intollerabile. Inoltre, le persone che hanno lavorato di notte per undici ore, sono nelle condizioni di poter affrontare il viaggio di ritorno? Non abbiamo più parole.

Dinanzi agli ultimi eventi, la Fiom si riunirà il 30 giugno per decidere tutte le iniziative del da adottare, di lotta, legali e di confronto con le istituzioni. Le persone vanno rispettate in quanto uomini e donne che lavorano per la loro dignità e per quella delle loro famiglie, concetto che va difeso e sostenuto anche in fabbrica. Le persone non hanno bisogno soltanto del sostentamento economico, ma anche di essere rispettate e valorizzate. La produttività non può surclassare la vita.

 

Fiom Chieti

Lanciano, 25 giugno 2016

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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