Si è chiusa oggi al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con un mancato accordo la procedura di mobilità della Pali Italia, azienda in fallimento dal 21 luglio con sede a Parma e Anagni.
Non siamo riusciti a ottenere la cassa integrazione straordinaria, nonostante sussistano le condizioni per la continuità lavorativa, perchè, aldilà della discussione faticosa con i curatori, il Ministero ha negato la possibilità di usufruire della cassa per procedura concorsuale di cui all'articolo 3 della legge 223, in quanto ne ha già usufruito anni fa, nel 2013, durante un precedente concordato.
Secondo quanto sostiene il Ministero, la cassa di cui all'art. 3 può essere chiesta soltanto una volta (12 mesi, eventualmente prorogabili a 18 mesi) e non sarebbe ripetibile. Per questa ragione, secondo il Ministero, non varrebbe nemmeno la loro circolare del 5 ottobre che azzera i periodi di cassa precedentemente utilizzati.
Non possiamo che prendere atto di questa interpretazione del Ministero, pur sapendo che questo determina una situazione drammatica per i lavoratori che andranno in mobilità e resteranno scoperti da qualsiasi ammortizzatore per il periodo che va dal 21 luglio a oggi.
Situazione resa ancora più grave per il fatto che i lavoratori sono privi di copertura anche per il periodo precedente (da febbraio a luglio del 2015), in cui l'azienda era in concordato, ma la cassa non fu approvata.
Peraltro, senza la cassa, anche la discussione sul futuro dell'azienda e dei rapporti di lavoro rischia di diventare più complicata. Per questo, chiediamo che su questo punto venga fatta chiarezza quanto prima e siano date prospettive ai lavoratori il prima possibile.
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 19 ottobre 2015